Lo svizzero Nino Schurter campione olimpico di mountain bike, Luca Braidot 7° miglior italiano

Di GIANCARLO COSTA ,

L'arrivo del Campione Olimpico di MTB Nino Shurter (foto Bettini federciclismo)
L'arrivo del Campione Olimpico di MTB Nino Shurter (foto Bettini federciclismo)

La gara di cross-country maschile di mountain bike chiude il programma olimpico del ciclismo, un programma completo e variegato, dalla strada, alla pista, al bmx all'mtb.

Chiusura con una gara sentita e spettacolare al tempo stesso, con lo svizzero Nino Shurter nei panni del favorito che non ha deluso le attese. Favorito non solo per i risultati di Coppa del Mondo e Mondiali degli ultimi due anni, ma anche per la confidenza con la competizione a cinque cerchi: il biker rossocrociato ha infatti vinto il bronzo a Pechino 2008 e l'argento a Londra 2012, dove fu superato in volata dal ceco Jaroslav Kulhavy, che qui ha conteso l'oro fino all'ultimo giro, quando un'accellerazione dello svizzero lo ha staccato consegnandogli sul traguardo una comunque meritata madaglia d'argento. Medaglia di bronzo per lo spagnolo Nicolas Coloma che spinge fuori dal podio il francese Maxime Marotte 4°, ed è la prima volta da quando la MTB è alle Olimpiadi che i cugini transalpini non vanno a medaglia, complice anche la giornata non brillantissima del bi-campione olimpico Julien Absalon.

Nino Shurter in testa fin dal primo giro, ma a lottare con lui due protagonisti che i tifosi italiani speravano di vedere: uno era ovviamente l'azzurro medaglia di bronzo a Londra Marco Aurelio Fontana, l'altro era Peter Sagan, il campione del mondo di ciclismo su strada che ha deciso fin da gennaio di partecipare alle Olimpiadi non nella sua specialità, ma con il suo primo amore, la mountain bike, di cui è stato campione del mondo junior. Troppo bello per essere vero, e mentre tutti si stropicciavano gli occhi e iniziavano a credere che quella di Peter Sagan non era solo una trovata pubblicitaria, ma una vera impresa sportiva, ecco che bucano tutti e due, e non solo una volta ed escono dai giochi, almeno per la lotta per le medaglie: peccato.

I riflettori dei tifodi italiani si spostano su Luca Braidot, autore di una grande gara, che chiude al 7° posto, che pur non essendo in lotta per le medaglie è stato in gara fino alla fine e il piazzamento sarà un trampolino di lancio per le prossime stagioni agonistiche.

Discorso a parte merita Andrea Tiberi, piemontese di Sauze d'Oulx, non tanto per il 19° posto finale davanti al compagno di squadra Fontana, che comunque è un grande risultato essere nei primi 20 di un'Olimpiade, quanto per la sua sua forza di volontà per recuperare da un intervento che poteva compromettere non solo la vita sportiva ma anche la vita normale. Per il Campione Italiano MTB del 2015 era un sogno recuperare per arrivare all'Olimpiade, che ha saputo onorare e che senza una foratura avrebbe potuto ottenera una classifica ancora migliore.

Chiuse le Olimpiadi di Rio l'appuntamento per i tifosi italiani di mountain bike è per le finali di Coppa del Mondo in Val di Sole dal 29 agosto all'11 settembre.

  • Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006. Collaboratore della rivista ALP dal 2007 al 2010. Collaboratore del sito www.snowboardplanet.it nel 2007. Facebook: Giancarlo Costa

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