I solitari eroi di Finale - Fotoreport 24 ore
Di GIANCARLO COSTA ,
Le figure dell'austriaco Thomas Windhalm e dall'americana Rebecca Tomasrewski inpolverate, provate da 24 ore passate in bicicletta su un anello di 8 km, quasi tutto in single track sulle terre rosse dell'altipiano di Le Manie, chiudono la "24H di Finale", la storica prima e forse più importante 24 ore di mountain bike italiana. Sono la sintesi di quasi tre giorni di festa, fatica, adrenalina, polvere, gente in costume, concerti, pelle abrasa dalle cadute, freddo la notte e caldo torrido all'ora di pranzo. 1500 biker provenienti da tutta Europa e non solo, visto che un australiano s'aggiudica il premio come biker proveniente da più lontano e la squadra americana NASA Niner, con le mitiche ruote da 29" e pignone fisso, ha vinto la 24H assoluta, 53 giri per 444 km. Una 24 ore dove gli integratori si mischiano con la focaccia di Recco, dove più che ad un evento sportivo sembra di essere ad un concerto organizzato in un'enorme campeggio, una specie di Woodstock a 2 ruote.
Forse questa formula è vincente così, con un tema di fondo che cambia ogni anno; quest'anno il film Ritorno al Futuro "Bike to the Future", con agonismo vero (tutti vanno per far festa ma che grinta nelle volate in salita o nei sorpassi nelle curve finali del toboga prima del traguardo) ma senza prendersi troppo sul serio.