Dalla felicità di un Campo alla tristezza di un Campione

Di DAVE ,

Che debba andare a sonorizzare un evento a L’Aquila in un posto che si chiama CampoFelice mi suona strano. Avevo ancora negli occhi le immagini di mesi prima e della terribile tragedia del sisma le cui cicatrici sono ancora evidenti. L’incipit era doveroso. Sabato pomeriggio. Switch in modalità race e nel paddock volti sorridenti, relax, aria di scolaresca in gita di fine anno. L’ambiente vive secondo parametri fissi: arrivo, monta gazebo, setup della bici, prova, setup della bici, riprova, mangia, gara, smonta gazebo, prendi la medaglia e torna a casa. Non tutti però prendono medaglie. Taluni ricevono schiaffi, traumi, corone bash defraggate, forcelle scalcianti, ed una bella dose di sana paiura.

CampoFelice ha tutto, compreso un doppione che farà rizzare il pelo a molti. Occorre un landing perfetto. Del resto quando molli, la pista ti va via velocissima come in un videogame. E qui i migliori piloti vanno di macro: pedale interno, appoggio, cambio, rilancio,pedale esterno, veloce troppo!, pinza davanti, pinza dietro, piegone, salto! Nel 90% dei casi quando un pilota cade è perché è mancato qualcosa nell’esecuzione della sua macro.

In prova brillano Scoles & Co. Intervisto Gamby, Bugno, Norek, Gamenara, e ricevo identiche riflessioni: a) pista velocissima, b)livello alto, c)felici di esserci. Si aspetta solo il cancelletto di partenza ed i 150 secondi circa che occorrono per scendere ai migliori. Per tutti gli altri , moooolto rischio!

Alla fine Masters il turista la porta a casa con uan naturalezza invidiabile. Mai visto guidare Masters? La mette dove pare che il maestro gli abbia detto di metterla. Un precisino. Sia chiaro: 2.30.82 (UH!!). A me la trance arriva quando realizzo l’intertempo di Bugnone. Nel finale di gara di solito entro in catalessi ed assorbo quegli ultimi 100 metri in slow motion godendomi ogni singolo frame.

Marco fa bene. E’ terzo! Bravo Marco,….Marco….? Ma sei sicuro? L’sms di giovedi non mente: Marco Bugnone cade in prova e si cricca l’8^ vertebra. Chiaro quindi che la gara di Prali sarà condizonata da questo infortunio. Accidenti però che bella pista! Prali è fisica. Non bastano 150 secondi, qui si vaggia sui 4 minuti.

Mi piazzo nel gabbiotto dello sci (avviso, l’anno prossimo voglio un palco sopraelevato di 10 metri) e dalla mia finestrella A4 aguzzo la vista per godermi la bellissima cornice di pubblico, il panettone finale, e la tipa che prende il sole nella villeta a fianco.

Si assegnano le maglie regionali piemontesi e come di consueto, coltello tra i denti e grinta. Arrivano tempi velocissimi da Gamenara, Caire, e dalla chioccia Sottocornola che vince e dedica la vittoria a Marco.

Da notare che nella seconda manche la quasi totalità dei piloti ha portato via dai 2 minimo agli 8 secondi: una enormità. Il centinaio di piloti scesi hanno recepito le speranze dell’ingresso nelle prime 5 posizioni data l’assenza di molti piloti big, anche nelle categorie.

Si mormora che l’anno prossimo Prali ospiterà un evento importante. La cerimonia di premiazione ha fornito indicazioni in tal senso. Nel caso dubito che Andrea (l’organizzatore) possa continuare a gareggiare tenendo il telefono spento. Prali merita attenzione e cura affinchè resti una bella festa della DH italiana. I team, i piloti ci credono ed investono risorse per ter giorni di prove e gara, finalizzate a trarne il massimo del divertimento: in 200 secondi! Ugo De Cresi

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