Campionati Mondiali di Ciclocross: vittorie dell'olandese Van der Poel e della francese Pauline Ferrand Prevot, 10º Marco Aurelio Fontana

Di GIANCARLO COSTA ,

Arrivo femminile ed Eva Lechner (foto federciclismo)
Arrivo femminile ed Eva Lechner (foto federciclismo)

Il ciclocross mondiale ha il suo nuovo re. L’olandese Van der Poel, venti anni appena compiuti (19 gennaio), veste la maglia iridata degli uomini élite dopo averla indossata per due anni consecutivi da junior (2011/12 e 2012/13). conquistando anche la Coppa del Mondo juniores e under 23. Si aggiunga il mondiale juniores su strada del 2013 e si avrà il quadro di un campione completo, del tutto degno di raccogliere l’eredità dei grandi. Ha vinto con un gara all’attacco fin dalla partenza. A metà corsa sembrare quasi un monologo, finché dietro non si è avvicinato minaccioso il suo connazionale Lars Van der Haar, ventiquattro anni. Van der Poel ha reagito da par suo. Ha allungato ancora e Van der Haar all’ultimo giro ha pagato lo sforzo cedendo il secondo posto al belga Wout Van Aert, venti anni, in fortissima ma tardiva rimonta.

L’ordine di arrivo specchia fedelmente le attuali gerarchie destinate a durare nel tempo vista l’età dei protagonisti. Al quarto posto, staccato di 1’06”, il vincitore della Coppa del Mondo 2014/15 Kevin Pauwels, davanti ad altri tre belgi, Klas Vantornout, quinto a 1’12”, Tom Meeusen, sesto a 1’17”, Gianni Vermeersch, settimo a 2’26”. La top ten è completata da due tedeschi, Marcel Meisen, ottavo a 2’37”, e Philipp Walsleben, nono a 2’43”. Chiude la fila l’azzurro Marco Aurelio Fontana, decimo a 2’54”, al quale non si può rimproverare niente. Non bastano la classe e la grinta per coprire il gap di preparazione specifica a questi livelli. Marco Aurelio ha ottenuto il massimo nelle attuali condizioni di forma, tanto più che è dovuto partire dalle retrovie.  Merita un grande plauso anche Luca Braidot, dodicesimo a 3’13” dal vincitore su un percorso durissimo. Luca si è messo alle spalle fior di specialisti con una gara in progressione. Tanto per citare: Boros, Nys e Mourey. Il terzo azzurro, Bryan Falaschi, è stato costretto a fermarsi dalla giuria: finito contro una transenna ha perso completamente il  body lacerato dall’urto.   

UOMINI ELITE: 1. Mathieu Van der Poel (Ola) in 1h09’12”; 2. Wout Van Aert (Bel) a 15”; 3. Lars Van der Haar (Ola) a 17”; 4. Kevin Pauwels (Bel) a 1’06”; 5. Klas Vantornout (Bel) a 1’12”; 6. Tom Meeusen (Bel) a 1’17”; 7. Gianni Vermeersch (Bel) a 2’26”; 8. Marcel Meisen (Ger) a 2’37”; 9. Philipp Walsleben (Ger) a 2’43”; 10. Marco Aurelio Fontana (Ita) a 2’54”; 12. Luca Braidot (Ita) a 3’13”.

Gara femminile

Pronti-via. 500 metri sparati per prendere le prime posizioni, Si arriva in curva ed Eva Lechner è coinvolta nella caduta di alcune atlete. Cambio rotto. Eva risale in sella, ma cede anche la ruota posteriore. Addio sogni di gloria. Questo in sintesi il Mondiale di Eva Lechner a Tabor. L’azzurra cammina malinconicamente sul ghiaccio sferzato dalla neve verso il box. Ma non abbandona ( Riprende a pedalare per concludere comunque la corsa che aveva preparato con tanta cura e per dimostrare che sarebbe stata in grado di battersi per la medaglia. Dirà al traguardo: “Sono caduta alla prima curva, ma non per causa mia, perché qualcuna mi ha spinto. Sono arrivata al box a piedi ed ho cambiato la bici. Il primo pensiero è stato quello di smettere subito. Però poi sono risalita in sella ed ho corso il secondo giro più veloce di tutte. Rammarico? Certo e molto. La forma c’è, e lo dimostra il giro più veloce, la determinazione anche così come l’amaro in bocca”.

Davanti si accende la lotta per il titolo. Attaccano le francesi. Prende il comando Chainel Lefevre, seguita a vista da Ferrand Prevot, inseguono con affanno Cant, Vos, Nash, Harris. Al secondo giro le due transalpine procedono insieme con un vantaggio che non tranquillizza. Le scivolate sono sempre in agguato e la neve aumenta d'intensità. La più brillante è Ferrand Prevot. Guadagna terreno in compagnia di Sanne Cant, tornata sotto mentre l'altra francese cede. Dietro Vos soffre, ma non molla. All’ultimo giro l'olandese capisce che il titolo è ormai perso, vuole almeno il podio e ingaggia un duello serrato con Katerina Nash per il bronzo. L’aiuta il ghiaccio, che tradisce la ceca.

Il testa a testa tra Ferrand Prevot e Sanne Cant è entusiasmante. La francese pattina con grande perizia, nonostante alcune scivolate, si presenta in testa al rettilineo d'arrivo e piazza il suo spunto. È con pieno merito la nuova campionessa del mondo Aggiunge il titolo del ciclocross a quello su strada. La belga si consola con l’argento e sua Maestà Vos cede il trono, ma sale ancora sul podio.

Splendida la gara della giovane Alice Maria Arzuffi. Nel finale risale posizioni e taglia il traguardo al 14° posto a 2’40”. Eva Lechner è 31^ a 5’07”. Chiara Teocchi è 41^ a 7’03”. Anche lei merita l’elogio per aver terminato il mondiale nonostante la rottura del cambio che l’ha penalizzata pesantemente.

DONNE ELITE:  Pauline Ferrand Prevot (Fra) in 49’10”; 2. Sanne Cant (Bel) a 1”; 3. Marianne Vos (Ola) a 15”; 4. Nikki Harris (Gbr) a 21”; 5. Katerina Nash (R. Ceca) a 36”; 6. Lucie Chainel-Lefevre (Fra) a 56”; 7. Helen Wyman (Gbr) a 1’21”; 8. Ellen Van Loy (Bel) a 1’35”; 9. Christine Majerus (Lus) a 1’54”; 10. Sophie De Boer (Ola) a 1’56”; 14. Alice Maria Arzudffi (Ita) a 2’40”; 31. Eva Lechner (Ita) a 5’07”; 41. Chiara Teocchi (Ita) a 7’03”.

Fonte federciclismo

  • Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006. Collaboratore della rivista ALP dal 2007 al 2010. Collaboratore del sito www.snowboardplanet.it nel 2007. Facebook: Giancarlo Costa

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