Parigi-Roubaix: vince il belga Van Avermaet, Gianni Moscon grande quinto

Di GIANCARLO COSTA ,

Lo sprint della Parigi Roubaix con Gianni Moscon quinto (foto cyclingnews)
Lo sprint della Parigi Roubaix con Gianni Moscon quinto (foto cyclingnews)

Sono 115 le edizioni della Parigi-Roubaix, la classica monumento che si corre sul pavè. Sarebbero tanti anche gli spunti di commento, ad iniziare dalla vittoria allo sprint del Campione Olimpico il belga Greg Van Avermaet, secondo 7 giorni fa’ al Giro delle Fiandre, alla condizione di Peter Sagan che si trova sempre penalizzato da una squadra di livello inferiore ad un campione del suo rango, al ritiro di un fuoriclasse delle corse di un giorno come Tom Boonen, che di Roubaix ne ha vinte 4.
Ma è meglio vedere il bello della corsa in chiave azzurra, con un formidabile Daniel Oss che da gregario di lusso di Van Avermaet, in alcuni momenti ha illuso tutti che potesse arrivare solo nel velodromo più famoso del ciclismo. E che dire di Gianni Moscon, 23 anni del Team Sky, rientrato sui primi 3 a 300 metri dal traguardo, che ha provato a vincere, ma non ne aveva più ed è finitoquinto dopo una gara da applausi, e la consapevolezza di aver trovato un corridore italiano di nuovo protagonista nelle classiche del nord.

La Parigi Roubaix, come sempre, è una corsa ad eliminazione: pronti via e per 250 chilometri si contano, pian piano, i protagonisti che saltano. Nella temuta foresta di Arenberg, a meno 100 dall’arrivo, i QuickStep-Floors con Tom Boonen forzano l’andatura. Van Avermat, appena rientrato per problemi “di traffico” nel settore di pavé precedente, sembra tagliato fuori.
A meno 70 ci prova Sagan, che si porta dietro il compagno di squadra Bodnar, Jasper Stuyven (Trek-Segafredo) e Daniel Oss (Bmc). Sembra l’azione buona, ma una foratura ferma il campione del mondo e il suo scudiero. Restano avanti a Oss e Stuyven. Quando la fuga dei cinque, a meno 40, sembra esaurirsi, Oss rilancia e diventa il perfetto punto di riferimento per Van Avermat, sempre nascosto fino a quel punto. Alle spalle del battistrada si forma un gruppo con Van Avermaet, Moscon, Roelandts, Stuyven, Stybar e Langeveld. Sarà l’attacco decisivo. Sagan cede per le vincende raccontate all’inizio, mentre Boonen perde l’attimo decisivo.

Nel finale si trovano avanti Van Avermaet, Stybar e Langeveld. Entrano nel velodromo decisi a giocarsi le carte al punto che, non prendendo l’iniziativa, vengono raggiunti dai rientrati Moscon e Stuyven, attardati nel decisivo tratto di pavè del Carrefour de l’Arbre. Per quanto l’italiano del Team Sky provi a sorprendere i contendenti, Van Avermat è troppo più forte della concorrenza e supera sul traguardo Stybar, cogliendo la sua prima classica monumento.

  • Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006. Collaboratore della rivista ALP dal 2007 al 2010. Collaboratore del sito www.snowboardplanet.it nel 2007. Facebook: Giancarlo Costa

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