Granfondo Sitè da Pria, racconto di emozioni e fatiche

Di MARCO CESTE ,

Sitè da Pria 2010
Sitè da Pria 2010

La gran fondo Città di Pietra si è corsa lo scorso 10 ottobre ed è stata una gara che ha segnato non solo la chiusura del circuito Super Pegaso e della stagione ciclistica ligure, ma anche la storia delle corse organizzate dal Team Pegaso. Per gli atleti una giornata di fatica, sudore, ma anche soddisfazione, come tutte le gran fondo.

Di Sandro Fachino 

Il pentolino d'acqua sul gas mentre prendo il pane in dispensa; questa la mia colazione prima di una Gran Fondo: due panini dolci con la marmellata, due barrette ai cereali, energetiche, super-dolci e anche un po' nauseanti tanto che solo un té con un cucchiaino di miele può attenuarne il sapore. Come prima botta di energia dovremmo essere a posto, poi un bicchiere di sali minerali per sistemare i crampi.

Un piccolo peso sopra lo stomaco, appoggiato sul diaframma, rivela quella piccola ansia e quella piccola emozione che ci fa rendere conto di non essere super-uomini, ma fragili di fronte a prestazioni sportive più grandi di noi che affrontiamo perché ci siamo allenati e preparati, ma che sappiamo quanto ci faranno soffrire.

Come mi vesto? Anti-vento sotto la maglietta e manicotti. Da nucettese conosco molto bene queste colline tra Piemonte e Liguria: una decina di gradi di differenza tra il versante verso il mare e quello verso la montagna.

Squilla il cellulare, "dieci minuti sono da voi"; ecco gli amici dell'AVT Bike Team che sono già al parcheggio. Li raggiungo e cominciano le battute che fanno ridere e quelle serie del tipo "Oggi non sono in forma, possiamo stare tutti insieme e aiutarci?". E' tutto falso però: sono tutti in grandissima forma, pronti a dar battaglia, e alcuni di loro li rivedrò solo all'arrivo, se non li farò aspettare troppo.

Ma c'è una cosa su cui posso prenderli in giro. Essendomi iscritto molto presto con il mini-abbonamento della Pegaso GF Dapporto – GF d'Pria, posso contare su un numero molto basso di pettorale (il 95 rispetto ai loro 400 e oltre): ".. che fate voi partite da Loano?" Eccoci pronti per entrare in griglia, io nella seconda, che va dal numero 51 al numero... 450!! Così tutti insieme in griglia e prima spanciata di risate (mini-abbonamento bufala).

Adesso per me incomincia il momento di concentrazione serio, nonostante la continua chiacchierata con gli amici. E' il momento più difficile la partenza in gruppo e qui in Liguria e particolarmente pericoloso perché, sulla Via Aurelia, ci vuole un attimo a cadere e rovinare tutto: traffico, rotonde, frena, riparti, curva, scansati, infilati, ecc.. La liberazione incomincia da Toirano, l'inizio della salita.

Anche alla GF d'Pria si ripete quello che avviene in tutte le gran fondo a cui partecipo, partenza a 'razzo'. Quando seguo in TV le gare dei professionisti, i primi chilometri sono sempre di riscaldamento, nelle gran fondo amatoriali NO. Per cercare di restare nel gruppo e non rimanere da soli c'è il rischio di scoppiare dopo pochi metri e tirare fuori tutta la colazione dietro il primo albero.

La cronaca

La gara vera e propria incomincia da Toirano: all'inizio della prima salita vedo già sparire nelle curve i primi e io comincio a cercare i miei compagni di avventura, qualcuno con cui condividere la mia pedalata e che mi possa portare fino all'arrivo. L'anno scorso non è andata molto bene; nel tratto dal Lago di Osiglia al Colle del Melogno mi sono venuti i crampi e ho faticato ad arrivare al traguardo.

Del mio gruppo sportivo, Marco e Alessandro sono già in fuga; io sono rimasto con Renato che però ho staccato inconsapevolmente, convinto che fosse dietro a me quando ho aumentato il ritmo.

Occhi sul cardio, la percentuale rispetto al mio massimo è di 90-95 %, ed è molto alta, ma il ritmo è buono e le sensazioni pure. Devo fare molta attenzione a non 'scoppiare'.

La salita verso il Giovo di Toirano è stupenda, molto lunga ma con un panorama meraviglioso sul mare e, dal punto di vista ciclistico, molto pedalabile e senza pendenze eccessive. C'è il tempo per guardarsi intorno, gustarsi lo spettacolo della natura e respirare ancora un po' di aria di mare, in realtà, vero e proprio vento che anche quest'anno ha fatto il 'padrone' alla GF d'Pria.

Arrivato in cima al Giovo di Toirano ecco la macchina con il cartello "FINE GARA CICLISTICA": i primi hanno già 15 minuti di vantaggio su di me …... lo avranno visto il panorama? Avranno chiacchierato, come il sottoscritto, con i compagni di avventura. Sicuramente no, ma l'obiettivo da raggiungere è sicuramente diverso.

Scollinato il Giovo di Toirano inizia la parte di pianura fino all'incrocio per il Lago di Osiglia. Adesso gran velocità, farsi piccoli piccoli e cercare un compagno di avventura con le spalle larghe che ti riparano dal vento e giù a testa bassa, per non perdere la scia del gruppo di cui sei orgoglioso di far parte e contribuire con un piccolo aiuto per quanto ti è possibile.

Molto brutta la strada fino a Caragna: l'asfalto è pieno di buche e questo è un grande problema quando si è in gruppo, perché non vedi le difficoltà e le pericolosità della strada quando sei in scia.

Prima dell'inizio della salita verso il Lago di Osiglia ho ritrovato il mio compagno di squadra Marco e questo mi è stato molto di aiuto nella salita verso il Colle del Melogno. Meraviglioso il passaggio lungo il Lago; la giornata di sole ha colorato lo sfondo a questa magnifica giornata.

Buona salita, buona pedalata, qualche piccolo accenno di crampi, ma comprensibile dopo 80 km di gara. A metà salita c'è la divisione tra il giro lungo e quello corto e, come sempre, mi viene spontaneo fare i complimenti e augurare un in bocca al lupo ai temerari che si cimentano nella grande impresa.

Eccomi arrivato al secondo e ultimo gran premio della montagna, il Colle del Melogno. Finora è tutto perfetto, sono stanco ma ho ancora l'energia per affrontare questa meravigliosa discesa fino a Pietra Ligure e riuscire a recuperare ancora qualche posizione di classifica.

La discesa è molto tecnica, ma l'asfalto è perfetto e qui puoi mettere in pratica tutta la tua esperienza da discesista. Adrenalina a "Mille".

Ultimo km. Siamo in tre, l'arrivo lo conosco molto bene: rotonda, curva a destra e rettilineo finale.

La conoscenza del tratto finale mi ha permesso di vincere questa mini-volata, approfittando del tentennamento alla rotonda dei miei due compagni di avventura: sono partito e mi sono trovato già con qualche metro di vantaggio all'inizio del rettilineo finale; poi pensieri zero, adrenalina a fior di pelle e taglio del traguardo.

"Vai papà", il grido di mia figlia Anna durante la volata finale è stata la gioia e l'emozione più forte di questa bellissima giornata.

Sandro

Numero pettorale 95

Posizione di classifica 239°

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