La Fausto Coppi 2010: vincono Cunico e la Nisi fra polemiche e squalifiche

Di ALBERTO ,

fausto coppi gara13
fausto coppi gara13

Per il ventitreesimo anno la Fausto Coppi ha messo su la sua complessa macchina organizzativa, per presentare un evento da record. In allegato le classifiche complete.

Sono stati infatti più di 2000 gli atleti che hanno preso il via: non era mai successo. Non tutti, purtroppo, hanno indossato la maglia, quest’anno rossa, dell’organizzazione Fausto Coppi. Anche questa è una bella particolarità della corsa, (quasi) tutti i partecipanti indossano la stessa maglietta, con su il nome e il volto del grande campione. Il regolamento lo prevede e di conseguenza all’arrivo, la cosa ha creato polemiche e un colpo di scena, che non è poi stato il solo.

Partenza dalla città di Cuneo, dall’affascinante piazza Galimberti, e poi via per sfidare le durissime salite offerte dalla storica gara. 198 i km per i granfondisti, 111 per quelli della mediofondo.

Piuttosto tranquilli i primi chilometri, poi il gruppone perde i primi pezzi. La salita che porta al colle di Sampeyre fa le prime scremature. A fare l’andatura sono fin da subito Stefano Sala del Team karimate Kuota, Tommaso Elettrico del Racing Team Eurobike e Roberto Cunico del Lugo Cicli Beraldo. Troppo forte il poro passo, bastano poche centinaia di metri sui primi muri e i tre restano soli. Si intuisce già che a giocarsela saranno loro. Sala, in un paio di situazioni, viene distaccato dai due compagni di fuga, ma è bravissimo a riportarsi sotto. Dopo il colle Fauniera i tre sono ancora piuttosto vicini, è sarà così l’ultima ascesa, quella della Madonna del Colletto, a creare un gap che Sala non riuscirà più a colmare. Elettrico e Cunico salgono a un passo decisamente sostenuto, ma non si risparmiano nemmeno in discesa, tant’è che è proprio lì che aumentano il loro vantaggio. Si arriva agli ultimi 15 km di piano con Sala ormai definitivamente tagliato fuori dai giochi e con Elettrico e Cunico a studiarsi e parlottare, senza che nessuno prenda l’iniziativa. Troppo rischioso partire con diversi chilometri ancora da macinare, tutti pianeggianti , da soli e con le salite precedenti nelle gambe. Decidono tutto gli ultimi metri, con Elettrico che supera Cunico di un soffio. Ma ecco il primo colpo di scena: Elettrico squalificato. L’atleta, infatti, fino al 2007 correva come dilettante negli under 23 e dunque non era possibile una sua partecipazione come concorrente, ma solo come testimonial.

La classifica finale vede dunque la vittoria di Roberto Cunico con 6h23’47", al secondo posto Stfano Sala con 6h25’42" e al terzo Michele Rezzani della Giordana Cipollini Tuttosport che con 6h41’54" batte in volata Marco Canella della Pianeta Bici Cervelo.

Anche fra le donne il colpo di scena. Sul traguardo giunge prima Daniela Passalacqua della Falaschi Ciclo Point, ma lei come il suo collega viene estromessa dalla classifica. Questo perché non ha rispettato la tradizione e il regolamento della corsa ed ha gareggiato con la propria maglia e non con quella della Fausto Coppi. La graduatoria ufficiale vede così vincente Maria Cristina Nisi della Bhoss King Bike Empoli con il tempo di 7h35’24". A completare il podio Valentina Canepa del team Idea Bici con 7h48’57" e Laura Mazzucco della Cicli Pepino con 8h03’25".

Nel percorso della mediofondo si impone Fabrizio Mandrile della Personalpiù.Net fra gli uomini, con il tempo di 3h42’53". Dietro di lui Francesco Chiappero della Movimentoevita.com con 3h43’47", Denis Sosnovshenko del C.C. Piemonte con 3h47’26", Saverio Crocetti del Team Magi FRW con 3h47’27" e Giacomo Greco della Cicli Dedonato Road Runners con 3h47’27".

Nella classifica femminile trionfa Raffaella Palombo del Team Cinelli Galss’n go con il tempo di 4h17’34". A seguire Ilaria Viglione dell’ASD Punto Ciclo Conte con 4h24’49", Roberta Bussone della Cicli Dedonato con 4h24’51", Monica Cuel del Borgna Cycling Team con 4h37’09" ed Elisa Manente del Team Lichieri Bike con 4h38’49".

La Fausto Coppi 2010 verrà dunque ricordata per il numero record dei partecipanti, per le squalifiche dei due vincitori e, come sempre, per le sue salite cattive e affascinanti.

Marco Ceste

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