Tour de France: Slovenia 2 – Colombia 1, a Daniel Martínez la tappa, Roglic e Pogacar staccano Bernal
Di GIANCARLO COSTA ,
Nel titolo la sintesi per la 13ma tappa del Tour de France, la da Châtel-Guyon-Puy Mary Cantal (191 km), forse la più dura con 4500 metri di dislivello e arrivo sull’inedita e durissima salita di Puy Mary, con i 2 km finali al 15%.
Pronti, via ed è subito bagarre, dopo 15 km vanno in fuga nomi importanti: Rémi Cavagna, Julian Alaphilippe, Benoît Cosnefroy, Simon Geschke e Daniel Martin. Quindi dopo altri scatti e controscatti si aggiungono alla compagnia Kämna, Dani Martínez e Carthy, Pierre Rolland, Warren Barguil, Romain Sicard, Maximilian Schachmann, Neilson Powless, Nicolas Edet, David De la Cruz, Pavel Sivakov e Valentin Madouas. Sono in 17 e arrivano ad avere 10 minuti di vantaggio sul gruppo maglia Gialla, anche se sul traguardo saranno solo più 2.
Intanto una caduta mette fuori gioco Bauke Mollema che si ritira e lascia un po’ di ammaccature a Romain Bardet e a Nairo Quintana. Intanto davanti sono in troppi, così attacca Powless e subito dopo il tedesco Schachmann, che sarà protagonista poi dell’attacco solitario che stava andando a buon fine, finché il colombiano Daniel Martinez decide di provarci e si capisce perché era il capitano designato della Education First, messo fuori gioco in classifica generale dalla caduta nella prima tappa di Nizza. Martinez, campione colombiano a cronometro, si lancia all’inseguimento di Schachmann, con Lennard Kämna alle calcagne, che ovviamente non tira un metro essendo compagno di squadra di Schachmann.
La salita finale verso il traguardo di Puy Mary, ha pendenze importanti, Schachmann cerca di resistere ma viene ripreso da Martínez e Kämna, quindi deve arrendersi. Duello tra i 2 fino a 50 metri dal traguardo, quando allo scatto di Kämna, Martinez risponde e lo lascia sul posto, dimostrando una superiorità netta, con la quale ha battuto anche la tattica di squadra della Bora, che ancora una volta lavora tanto ma raccoglie poco.
Detto del podio di tappa, si accendono i fuochi artificiali nel gruppo maglia Gialla, che quando le pendenze si fanno più arcigne rimane un gruppetto di 13. La Ineos con Carapaz fa’ l’andatura, sembra per un attacco di Bernal, finché i 2 sloveni si mettono a fare sul serio. Altro che alleanza tra colombiani, come aveva auspicato Quintana alla vigilia di questa tappa. Parte il giovane talento Tadej Pogacar, e subito risponde Primoz Roglic, che rilancia a sua volta e i 2 se ne vanno, più da compagni di nazionale Slovena che da rivali per la conquista del Tour de France. Per gli altri cala il sipario, si salva solo Porte, che con Landa e Lopez, si staccano subito ma poi non mollano fino al traguardo. Chi a sorpresa arranca è Egan Bernal, che dopo aver dichiarato che il suo Tour iniziava oggi, si ritrova staccato sul traguardo e terzo in classifica generale, più che il ritardo cronometrico pesa l’aspetto psicologico, visto che oggi si è reso conto che non è lo scalatore più forte del Tour.
In mezzo a questa battaglia sportiva tra Slovenia e Colombia, spariscono i francesi, con Martin e Bardet che attardati escono dalla top ten.
In maglia Gialla sempre Roglic, 2° a 44″ Pogacar, 3° a 59″ Bernal, 4° a 1’10” Urán, 5° a 1’12” Quintana, 6° a 1’31” López, 7° a 1’42” Yates, 8° a 1’55” Landa, 9° a 2’06” Porte e 10° a 2’54” Mas.