Straordinario Sonny Colbrelli, un italiano vince la Parigi Roubaix dopo 22 anni

Di GIANCARLO COSTA ,

Sonny Colbrelli vincitore della Parigi Roubaix (foto Federciclismo)
Sonny Colbrelli vincitore della Parigi Roubaix (foto Federciclismo)

Continua l’anno d’oro dello sport italiano, che vince anche nel ciclismo come Mondiali e Olimpiadi hanno dimostrato. Questa volta tocca a una corsa mitica: la Parigi Roubaix, l'ultima follia di un ciclismo che non c'è più ma che sfida la storia con le sue 118 edizioni e 125 anni di vita. Spostata dalla primavera all’autunno causa pandemia, si è disputata con la pioggia, cosa che non accadeva dal 2002, con i ciclisti ridotti a una maschera di fango come nei tempi eroici.

Domenica 3 ottobre sul Velodromo più famoso del mondo, Sonny Colbrelli in un colpo solo ha cancellato un mondiale sfortunato, ha colto il suo terzo successo storico di questa stagione, dopo campionato italiano e campionato europeo, ed è entrato nell’albo d’oro di una delle classiche monumento del ciclismo mondiale. Il bresciano della Bahrain Victorious ha battuto in volata uno dei favoriti della vigilia, l'olandese Mathieu Van de Poel, terzo anche dietro al belga Floraian Vermeersch, già protagonista al mondiale di otto giorni fa.
E' stata una Roubaix "italiana", come non accadeva da tempo, con la splendida e sfortunata azione di Gianni Moscon, che è andato in fuga a 50 chilometri dal traguardo e fermato da una foratura e da una caduta nel giro di pochi minuti. Al trentino sono riusciti a resistere solo i primi tre dell'ordine di arrivo, mentre l'altro favorito, il belga Van Aert, arrancava ancora una volta, come otto giorni fa a Lovanio nella prova iridata.
L'epilogo in volata, per nulla scontato dopo 258 km di percorso, 55 dei quali sul pavé, consegna all'Italia del ciclismo un uomo da classifiche di un giorno, capace di trovare nella piena maturità quella costanza di rendimento e prestazioni che molti intravedevano già ai suoi esordi nel professionismo.
Vincere una Parigi Roubaix non è mai frutto del caso. Solo i più grandi sono in grado di portare a casa la pietra del trofeo. Sonny Colbrelli, a buon diritto può cominciare a guardare la sua carriera futura con un occhio diverso. L'Italia del ciclismo torna sul primo gradino del podio in un Monumento ad oltre due anni di distanza dalla vittoria di Alberto Bettiol al Fiandre, e vive l'ennesimo, grande trionfo di un anno veramente speciale.

Entusiasta il presidente Cordiano Dagnoni, che ha così commentato: "Colbrelli merita tutto il successo che sta riscuotendo in questa stagione, perché è un ragazzo serio che ha dimostrato grande professionalità, costanza e determinazione nel continuare a credere nelle proprie capacità, raccogliendo adesso il frutto del grande lavoro fatto. Lo conosco sin da ragazzo e ne ho sempre apprezzato le qualità. E' una pedina importante del nostro ciclismo e sta regalando grandi soddisfazioni ai tifosi. Continua per il ciclismo italiano questo anno fantastico. Un anno che non vorremmo finisse mai. Le classiche monumento rappresentano il momento più alto per il nostro sport ed anche se non in maglia azzurra la vittoria di un atleta italiano ci rende felici e inorgoglisce il nostro Paese.".

ORDINE DI ARRIVO - 1. Sonny COLBRELLI (Bahrain-Victorious) 257,7 km in 6.01’57”, media 42,719; 2. Vermeersch (Bel); 3. Van der Poel (Ola); 4. Moscon a 44”; 5. Lampaert (Bel) a 1’16”; 6. Laporte (Fra); 7. Van Aert (Bel); 8. Van Asbroeck (Bel); 9. Boivin (Can); 10. Haussler (Aus).

Fonte Federciclismo

  • Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006. Collaboratore della rivista ALP dal 2007 al 2010. Collaboratore del sito www.snowboardplanet.it nel 2007. Facebook: Giancarlo Costa

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