Sardegna in bici oltre gli annunci: 180 milioni di euro cercasi
Di EMANUELE ZANGARINI ,
La Regione Sardegna, Arst, Università di Cagliari / CIREM hanno presentato lo scorso mese uno studio preliminare di 283 pagine sulla realizzazione di un’ambiziosa rete di piste ciclabili in Sardegna per aumentare l'attrattiva della regione verso i cicloturisti nell’ambito del Piano Operativo Regionale 2014/2020. Obiettivo del governo regionale è entrare nella rete europea Eurovelo stimolando la richiesta turistica proveniente dai paesi europei.
Su 42 itinerari previsti per un totale di 2708,8 km sono già stati consegnati studi per 24 (57%) pari a 1.102.99 km di percorrenza (40%). Per realizzare la rete la Regione Sardegna prevede una spesa di oltre 200 milioni di euro fra il 2020 e il 2030 e benefici diretti, indiretti e valore aggiunto per oltre 170 milioni con un costo di manutenzione della rete di 6 milioni di euro l’anno a partire dal 2031.
A fronte di questi esborsi la rete sarda di piste ciclabili inizierebbe ad essere in attivo già dal 2025. Soddisfazione fra le oltre 60 associazioni coinvolte in queste analisi preliminari fra cui la FIAB.
Il nodo rimane però come farsi finanziare questo progetto faraonico da un quinto di milioni di euro. La regione autonoma ha messo sul piatto 15 milioni di euro ma senza un finanziamento europeo è difficile che il progetto della rete ciclabile vada in porto.
I finanziamenti non sono gli unici aspetti ancora da chiarire del progetto. Nei comunicati stampa e nelle dichiarazioni ha ampia eco la riconversione delle sedi ferroviarie dismesse come esempio di riconversione sostenibile. Sfogliando il massiccio studio scopriamo che le tratte che vedrebbero le bici sostituire i treni dismessi sarebbero il 7,1% dei chilometri totali (p. 95) mentre oltre il 60% dei percorsi sarebbe su strade comunali e secondarie. Il caso delle ferrovie ora abbandonate rievoca un passato in cui Ferrovie dello Stato spese 125 miliari di lire, circa 116 miloni di euro attuali, per locomotive elettriche progettate da Giugiaro, realizzate da Fiat e Ansaldo e mai giunte sull’isola perché l’elettrificazione perì nelle fibrillazioni politiche di fine anni Ottanta e rischia di fare una fine analoga ma a componenti invertite: infrastrutture realizzate in assenza di mezzi.
Citati nello studio i turisti tedeschi, austriaci, francesi, britannici, svizzeri e olandesi con tanto di analisi di quanto spende il turista tipo. Analisi necessaria ma mentre è chiaro l’intento di attrarre il turismo, e gli stranieri in particolare, un progetto talmente complesso e costoso rischia di alienarsi le simpatie dei contribuenti sardi se non saranno coinvolti nelle decisioni e se non inizieranno a usare le infrastrutture per cui pagano.
Senza investire nella diffusione dell’idea di ciclabilità oltre che sulle infrastrutture il progetto rischia di venire soffocato nella culla nelle solite bagarre politiche. Le polemiche scoppiate a Sassari in occasione dei lavori per le piste ciclabili dovrebbero essere un monito a non affrontare la questione da un punto di vista ideologico, presentando pragmaticamente i costi e i benefici della scelta ciclabile alla cittadinanza e ascoltandone la voce.
Quando una pista ciclabile toglie l’ombra di un albero o i posteggi di cui beneficiano residenti e negozianti questa perdita deve essere motivata e i cittadini devono usufruire della rete a fronte della perdita immediata di questi benefici. Riuscire a vincere questa battaglia culturale sarà forse più difficile che ottenere i finanziamenti al progetto ma sarebbe l’unica garanzia alla resistenza del progetto nel tempo. Perché non si trasformi in un nuovo spreco.
Per approfondire
Realizzazione rete regionale itinerari ciclabili della Sardegna, Regione Sardegna
Sardegna: la Giunta regionale punta a 2mila km di ciclabili , FIAB
La Sardegna investe 225 milioni per creare 2mila km di piste ciclabili, Sole 24 ore
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Foto: Mirko Boni / Regione Sardegna