Prove di Mondiale a Imola

Di EMANUELE IANNARILLI ,

Prova percorso Mondiale via Gallisterna
Prova percorso Mondiale via Gallisterna

Ti accorgi che a breve qualcosa sta per succedere già diversi chilometri prima, mentre ti avvicini alla cittadina romagnola. Imola, al mondo già conosciuta per il suo spettacolare autodromo, che però da anni ormai non ho ospita più la F1, stavolta si “accolla” l’onere e l’onore di organizzare il mondiale di ciclismo su strada. Decido di partire direttamente in bici per dirigermi verso l’autodromo dove sarò “ospite” di Alan Marangoni, GCN Italia ed ex professionista su strada passato per i più grandi team World Tour. In fin dei conti sono poco più di 50 km da casa mia, per due, più il circuito, circa 30 km, viene fuori una bella giornata in sella. Decine di chilometri prima di Imola comincio ad incrociare casacche di diverse nazionalità che cominciano le sgambate mattutine. Ammiraglie con vessilli nazionali ben in vista, ruote lenticolari che rombano ai 50 chilometri orari sulla via Emilia.

Anticipo l’arrivo, avevo fatto i calcoli male, ma mi godo il riscaldamento del team danese ai piedi del motor home. Ah, team femminile che di lì a poco affronterà la crono individuale in partenza alle 13.30. Caffettino pre partenza, quattro chiacchiere con i compagni di pedalata venuti a fare anche loro una ricognizione con Alan e via verso l’autodromo da dove partiranno e transiteranno per tutti i nove giri previsti del percorso. 9 giri per 29 km a giro per 550 metri di dislivello per giro. Siete bravi in matematica? Usatela.
Conoscendo un po’ la zona intorno a Imola, avendoci corso in mtb e in trail running, so bene cosa aspettarmi dal terreno, dalle salite, dalle discese non discese e dai saliscendi. Mi manca però qualche passaggio, qualche collegamento per avere un’idea d’insieme.
Alan fa strada, io, con gli altri tiro il freno. Non è proprio il caso di fare delle svaporate gratuite da subito.

Appena usciti dall’autodromo la strada comincia a salire, piano, dolcemente. Sembra, almeno. Sembra perché se al primo giro i corridori la faranno con un filo di gas, dal quinto, sesto in poi, farà male anche in quel punto, denominato Bergullo. Svolta secca a sinistra, due, tre tornanti da fare con molta cautela. Il fondo è perfetto. Tirato a lucido per l’occasione sulla quasi totalità del tracciato gara. La confidenza ti porta appena fuori range in discesa ma la ghiaia stesa sui lati potrebbe giocare brutti scherzi. Pronti per la prima ascesa del giro: Mazzolano. E’ una salita “semplice”. Cioè, voglio dire, semplice se la si fa una volta e poi si va a casa e soprattutto dipenderà da come si svolgerà la gara. Se già dai primi passaggi davanti ci saranno team a tirare le fila, allora Mazzolano per molti potrebbe trasformarsi in incubo. La discesa successiva porta a Riolo Terme dove qualche chilometro di pianura e un po’ di saliscendi portano ai piedi di quella che crediamo sarà la salita che spezzerà diverse gambe e ad ogni tornata farà saltare qualche gregario: via Gallisterna. Non lo Stelvio, neanche lo Zoncolan ma uno strappo nervoso e irto che trasforma l’acido lattico in marmellata amara. Pendenza media dello strappo intorno al 10% con punte da 14% che potrebbero creare buchi importanti. Punto dove si può attaccare? Dipende? Dare tutto sulla Gallisterna significa arrivare in cima impiccati. Se poi la strada scendesse convinta verso Imola allora avresti modo di recuperare dallo sforzo, ma non è così. In Romagna, ma anche in Emilia, lo chiamiamo “mangia e bevi”, meglio conosciuto come vallonato. Scendi un po’, poi risali. Vai un po’ costante, poi risali, poi riscendi. La tendenza è quella di perdere metri verso Imola ma il continuo imperterrito alternarsi lancia nelle gambe delle staffilate che lasciano il segno. In gruppo te la giochi bene. Da solo devi spingere anche nei tratti di discesa per avere abbrivio iniziale nei rilanci. Da studiare e affrontare con attenzione. Si torna verso l’autodromo, entrando con una svolta convinta e percorrendo circa 3 chilometri per giro. Chi conosce Imola per la F1 o per le moto sa che non è un tracciato in perfetta pianura. Sale piano, scendo piano. Ecco, bisogna farci i conti, perché entrare all’interno dell’autodromo finiti, da soli, con poco vantaggio potrebbe essere una brutta esperienza da vivere e da perdere.

Con Alan abbiamo cercato di capire chi può avere chance serie di vincere una gara del genere. Non è propriamente una gara per scalatori. Non lo è neanche per i velocisti che per arrivare allo sprint dovrebbero avere la capacità nelle gambe di rimanere in gruppo per 5000 metri di dislivello. Non crediamo sia sinceramente possibile. E allora? Allora crediamo possa vincerlo chi in salita va forte ma non disdegna anche di spingere e soffrire in tratti in cui non si sale “cattivi” ma nei quali la gamba farà la differenza. Può vincerlo un corridore atipico, un corridore che si adatta bene ad un percorso nervoso senza ascese lunghe, con tratti di discesa nei quali può tenere il vantaggio. Uno da grandi classiche? Da classiche belghe? Ecco, forse qualcuno del genere non lo vediamo malissimo.

Di Emanuele Iannarilli

  • Appassionato di sport estremi in particolare Mtb, Surf, Snowboard. Ha collaborato con Pianetamtb.it per la stesura di articoli e report per le maggiori granfondo off-road italiane e gare a tappe internazionali. Responsabile comunicazione Challenge 24mtb 2013/2014. Atleta endurance con partecipazione a gare internazionali, marathon, granfondo, gare a tappe. Responsabile comunicazione di alcune granfondo nazionali e collaboratore per alcuni brand off-road per test materiali, prova nuova prodotti. Blogger e responsabile comunicazione Bike Action Team.

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