Primo premio al Team Policumbent e Andrea Gallo nel Campionato per veicoli a propulsione umana
Di GIANCARLO COSTA ,
Il Team Policumbent sale sul gradino più alto del podio del World Human Powered Speed Challenge organizzato in Nevada dall’International Human Powered Vehicle Association, vincendo sia nella categoria universitaria – battendo l’Università di Toronto e la UIT di Annecy - sia in quella assoluta maschile. E’ Andrea Gallo il pilota che ha portato il prototipo TAURUS, la bicicletta reclinata e carenata azionata solamente dalla potenza muscolare, a raggiungere i 133,25 km/h, stabilendo così un nuovo record italiano e sfiorando quello europeo; una prestazione che gli ha permesso di entrare a pieno titolo nella classifica dei 4 uomini più veloci del pianeta.
Si tratta di un risultato che è il frutto del lavoro sinergico del Team studentesco coordinato da Paolo Baldissera, ricercatore del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale, che raccoglie studenti provenienti da diversi campi dell’ingegneria impegnati ad ottenere la massima efficienza dal veicolo: un’unione di conoscenze che vanno dalla meccanica, all’aerodinamica passando per l’elettronica, per la scienza dei materiali e delle prestazioni umane. Due anni di attività che hanno visto lavorare i ragazzi sulla progettazione di ogni parte della “bicicletta”: dalle ruote al telaio fino all’elettronica di bordo e alla particolare carena aerodinamica, analizzando le prestazioni degli pneumatici ad alta velocità, fino ad avere un TAURUS che pesa il 25% in meno rispetto alla versione precedente.
Un ottimo risultato, dunque, che il Team ha ottenuto nella diciannovesima edizione della competizione, che si è svolta dal 10 al 15 settembre a Battle Mountain, Nevada, dove un rettilineo di 10 km in pieno deserto è la pista ideale per testare le performance dei prototipi, influenzata da pressione e temperatura dell’ambiente. Il Team pensa già alla prossima sfida: stanno infatti terminando le selezioni di una ciclista da affiancare ad Andrea Gallo per sfidare, nel 2019, anche il record mondiale femminile.
Fonte Politecnico di Torino