Peter Sagan Campione del Mondo bis a Doha, Giacomo Nizzolo quinto
Di GIANCARLO COSTA ,
Quando vince il migliore al mondo è difficile recriminare per un percorso che sulla carta non avrebbe dovuto regalare emozioni. Peter Sagan ha vinto il Mondiale in linea per il secondo anno consecutivo con una volata da perfetto finisseur, mettendosi dietro Cavendish e Boonen e confermando che è l’uomo più forte nelle classiche di un giorno.
Un mese fa ha vinto il Campionato Europei, e chissa cosa sarebbe successo a Rio in mountain bikese non avesse forato quando era terzo. Avesse vinto una medaglia in MTB alle Olimpiadi, prima del doppio oro degi Europei e Mondiali, si parlerebbe di un “dio” della bicicletta, invece bisogna limitarsi a definirlo..un fenomenale fuoriclasse!
Dopo il successo solitario lo scorso anno a Richmond, a Doha ha deciso di attendere la volata. Mettere la testa fuori nel deserto non era proprio il caso. Meno che mai tentare la sorte nei chilometri finali del circuito. Ha atteso gli ultimi 200 metri per lanciare la volata quando era in 5^-6^ posizione. Ha rimontato tutti, a cominciare dall’azzurro Giacomo Nizzolo (ottimo 5° alla fine), partito a 300 metri: “Sono stato fortunato - ha detto lo slovacco al termine -, ho trovato lo spazio sulla destra. Nizzolo è stato corretto a non chiudermi contro le transenne. Sono riuscito a passare ed è andata bene. Sono contento, anche per la squadra, che si è spesa per mettermi nelle condizioni migliori.”
Lo spunto di Sagan non ha lasciato scampo a Cavendish, che ha deciso, nei momenti decisivi, di abbandonare la ruota dello slovacco per andare sulla sinistra, né a Boonen, che è stato bravo profeta quando ieri aveva dichiarato: “Questo mondiale non finirà con il gruppo compatto… qualcosa mi inventerò prima.” Ed infatti il Belgio, stranamente rispetto alle caratteristiche di questa Nazionale, ha fatto la corsa soprattutto nel deserto, che non ha deciso il nome del vincitore, ma quello degli sconfitti. Infatti, a circa 170 dalla conclusione, complice il vento, il gruppo si divideva grazie al ventaglio aperto dai belgi guidati da Boonen. Restavano avanti una ventina di corridori, tra i quali tutti i migliori Sagan, Cavendish, Boonen, agli azzurri Viviani, Nizzolo, Bennati e Guarnieri.
I belgi, presenti in massa, non si facevano sfuggire l’occasione di mettere all’angolo tedeschi e francesi, gli unici mal rappresentati nella fuga. Il vantaggio dei fuggitivi cresceva lentamente ma inesorabilmente fino ad arrivare, a 50 km dalla fine a 2’. Era il segnale della resa per gli inseguitori, i tedeschi in particolare che di lì a poco perdevano Kittel e Degenkolb, ormai esausti.
Il fuggitivi avevano ormai via libera. A 2 chilometri dalla fine sono ancora tutti insieme, con Viviani che accusava purtroppo i prim crampi. Provava timidamente Terpstra, senza esito. Quindi con più convinzione, Leezer, ma era un fuoco che si esauriva a 600 metri dal traguardo. Gli azzurri, perfetti per tutta la gara, erano nelle condizioni migliori. Guarnieri lanciava Nizzolo: “Sono forse partito troppo presto, ma mi sembra che ci siamo mossi come dovevamo, eppoi… questo ordine di arrivo è veramente regale.”
In realtà davanti ad un Sagan di questa forza era veramente impossibile fare meglio. Lo sa perfettamente Davide Cassani, che porta casa, con il quinto posto di Nizzolo, il miglior risultato della sua gestione ai Mondiali: “Abbiamo fatto quello che dovevamo. Sapevamo che nel deserto si poteva perdere il mondiale e siamo stati attenti, entrando con gli uomini importanti nell’azione decisiva. Abbiamo impostato la volata finale nel migliore dei modi. Alla fine ha vinto il più forte. Non potevamo sinceramente fare diversamente.”.
Fonte federciclismo