Naturaid 2008 visto da Marco Costa
Di DAVE ,
Vi pubblico con immenso piacere il racconto che il nostro amico Marco Costa ci ha scritto sulla sua recente avventura in Marocco per il Naturaid, corsa che abbiamo seguito in diretta grazie agli aggiornamenti in tempo quasi reale che ci venivano spediti dall'organizzazione gara.
di Marco Costa:
Il Naturaid e’ una gara estrema in mtb che si svolge in Marocco,il percorso e’ sconosciuto fino alla partenza il tempo limite e’ 88 ore e la gara e’ no stop; ogni concorrente deve avere il proprio kit di sopravvivenza obbligatorio composto da: sacco a pelo, medicinali, pompa succhia veleno, 8000 calorie, fanali, coltello ed accendino, ogni concorrente non ha l'assistenza ma solo 3 litri di acqua ad ogni chek point; sono 9 in totale situati lungo il percorso.
Ecco ancora un nuovo Naturaid all’insegna dell’imprevisto e dell’estermo. Naturaid probabilmente vuol dire vivere un momento della propria vita nell’incertezza dove nulla è sicuro e nulla è certo, in un lemma che racchiude una grande essenza: LA VITA E’ UN’AVVENTURA.
Per me un grosso problema alla partenza, non mi e’ arrivata la bici e molto materiale necessario, dopo un attimo di panico mi sono tranquillizzato, l'amico Maurizio organizzatore della gara aveva con se una bici, mi mancavano molte altre cose tipo scarpe casco fanali e componenti utilissimi…i ragazzi mi hanno dato quello che avevano in più e con l’aiuto di Mirko abbiamo preparato una bici pronta per la dura prova. La gara è partita molto bene e a grande ritmo, al via 26 concorrenti che come me cercano l’emozione nel faticare sulla bici gustandosi pero’ quello che li circonda.
Il gruppo dei forti con in testa lo svizzero Reto Koller, già vincitore delle ultime due edizioni, ha seguito le piste a velocità che superavano i 30k/h anche di notte, la jeep di Maurizio Doro, direttore di gara e organizzatore, ha fatto parecchia fatica a seguire i corridori sopratutto nei tratti più impervi.
L’alba depositava i concorrenti in una piana desertica dove l’occhio si perdeva e non raggiungeva l’orizzonte. Una scena che solamente al mare la si può trovare. Al CP1 dopo 73 km, i primi arrivati sono stati lo svizzero Reto Koller e Mauro Miorelli che ha partecipato a tutte le 5 edizioni del Naturaid Marocco e tra i candidati alla vittoria anche in questa edizione. La loro media era di oltre i 20 km/h. I loro visi rilassati e la stanchezza sembrava ancora non esistere.
Io e Mirko compagno di numerose avventura siamo arriviati dopo pochi minuti, ma la gara è ancora lunga e tutto può accadere.
La situazione sembra essere sotto controllo e le Jeep si muovono velocemente verso il CP2 che dista 110 km. Il percorso è impegnativo ma la pista tracciata la settimana precedente risulta essere chiara e scorrevole e solamente l’attraversamento di un letto di un fiume al 130 km ha creato qualche disagio per il fondo ghiaioso e la necessità di spingere la bici per qualche tratto.
Per non complicare ulteriormente la vita a noi biker Maurizio ha portato qualche piccola modifica al tracciato per predisporre al meglio il CP2.
Il road book non corrisponde alla realtà attuale ci accorgiamo che non esiste più la strada che era stata tracciata,le coordinate del mio gps mi indicano la direzione ma in linea d’aria non sappiamo cosa ci divide…qualche valle, una montagna…un fiume…boh è questo il bello del Naturaid,anzi sono i momenti più belli dove vivi il brivido dell’avventura,dell’incognito…
Tutti parlano di pista inesistente, fango, acqua, sassi, canaloni, riferimenti che non esistono. Ognuno prende una direzione diversa tra le varie valli che sembrano tutte uguali. La situazione che si presenta ai nostri occhi ha dell’inverosimile,scendendo dall’altipiano entriamo in una gigantesca colata di ghiaia.
Tutto compresa la facile pista, è stato spazzato via da una eccezionale piena dovuta alle forti precipitazioni dei 2 giorni precedenti. Ci addentriamo sul ghiaione principale seguendo una ipotetica pista creata da canali d’acqua e dopo aver parlato con alcuni berberi abitanti nelle grotte scavate nell’argilla veniamo a conoscenza che proseguendo diritti ci sarebbe stato un canale di uscita,ma non sapevamo che avremmo trovato molto fango argilloso che non permette di procedere in sella,tutto quel fango ha bloccato la rotazione della ruota e si è appiccicato alla suola delle scarpe ma per fortuna siamo riusciti ad uscire e ci siamo diretti verso l altopiano.
Continua la ricerca del punto con meno fango ed iniziamo a caricare la bici in spalla per portarla fuori da quel disastro. Troviamo gli svizzeri Sami e Reto, i 2 Belgi, Daniele Modolo grande esperto in gare estreme assieme all’amico Sebastiano Favaro ed arriviamo al CP2 verso le 7 di sera dopo 190 km.
Sono le 21:00 la luna rende affascinante un paesaggio a dir poco da fantascienza e decidiamo di riprendere il cammino, la gara è ancora molto lunga. Io e Mirko abbiamo capito che avremmo portato a termine la prova assieme, ci siamo dati una stretta di mano e via su per le montagne.
Il Naturaid è così, non ci sono mezze misure, devi combattere con la natura se vuoi vivere e chi vi partecipa deve dimenticare giacca e cravatta.
La parte a sud dell'Alto Atlante sembra essere un bel campo da gioco per tutti...la battaglia continua...Settimana di luna piena, paesaggi vari e favolosi che ci fanno abbandonare i nostri quotidiani pensieri e fanno vivere e realizzare sogni primordiali, ma anche settimana eccezionale che pochi ricordano nel tempo. Precipitazioni violente anche qui al sud con allagamenti, frane, e piste interrotte.
Con la luce del giorno arriviamo al CP 3 e qui tutti perdono un po’ di tempo per mangiare. Sappiamo che per arrivare al CP 4, il tratto più impegnativo della gara, si deve affrontare una lunga salita tra le montagne e gli avvallamenti su pista difficile anche se ben visibile fino a 2300 m ed è possibile anche trovare vento e temperature basse.
E qui un altro imprevisto. La giornata è magnifica, ma saggiamente Maurizio ci informa dalla jeep sulla situazione della pista che oramai conosce da anni. Rimane sbalordito. La salita è difficile e fangosa per le forti piogge e grandinate dei giorni precedenti e la discesa dopo il colle a 2300 m è impraticabile per i mezzi meccanici a causa delle frane e la vecchia pista è tutta sassi, buche e canali scavati dall’acqua. Una situazione di grande tensione.
Piccoli gruppi di lavoratori stanno cercando di mettere a posto i punti più critici. Ma Maurizio non può rischiare di aspettare che la pista venga riaperta, noi stiamo partendo dal CP e lui ci comunica che ha deciso di mettere uno stop tecnico per analizzare la situazione, ci troviamo a Nkob al CP5. La situazione è veramente difficile.Maurizio e’ preoccupato per i gli ultimi gruppi che arriveranno nella zona delle frane di notte.
Un'altra sorpresa ci attende dopo un colle, infatti troviamo ad aspettarci una splendida valle selvaggia con un ottimo fondo che ci permette di procedere velocemente, sulle montagne però grossi nuvoloni neri sono lì ad attenderci.
Maurizio arriva al CP e dopo uno sto obbligatorio per i primi con il solito sistema di partenza controllata li lascia andare alle 21.30, io e Mirko ripartiamo a mezzanotte. Attraversiamo il Saharo, luogo abitato dai pastori berberi che hanno dato origine alla famosa stirpe di guerrieri. Forse uno dei posti più belli toccati da questo viaggio avventura.
Gli altri bikers, comprese le due ragazze (Ilaria Balzarotti e Ausilia Vistarini) hanno preferito scendere direttamente al CP4 di Bab N’Ali a 1300 m di quota e dormire al caldo dopo una lunghissima discesa tra i sassi e i detriti delle frane. Bravissime Ausilia e Ilaria che hanno raggiunto il CP4 alle 2 di mattina e si sono fermate solamente 3 ore per mangiare un gran piatto di riso e recuperare le forze.
Abbiamo perso molto tempo nella discesa in una piccola gola semi franata che portava in un fiume in secca fatto di grossi sassi e ghiaia perdendo le tracce della pista appena visibile mentre cercavamo il CP6...con le prime luci ci siamo resi conto conto dei sentieri attorno a noi e abbiamo capito, analizzando bene road book e gps, che abbiamo tagliato un bivio saltando cosi il CP, siamo dovuti tornare indietro 4 km ed ecco che finalmente vediamo la tenda nel mezzo del deserto che ci attende per registrare il passaggio.
Riprendiamo dopo aver caricato più acqua possibile sulle nostre bici, la giornata è splendida e calda, il sole brucia sulla pelle, giornata ideale per pedalare velocemente, ma la pista bella e veloce di un tempo, che risale la Draa Valley ora è veramente rovinata e la progressione è a zig zag cercando di schivare i grossi sassi che l’acqua ha fatto affiorare sul sentiero.
Ci troviamo ad attraversare una zona veramente desertica e molto calda, ci mettiamo una maglietta sotto il casco per ripararci dal sole e dopo alcune ore ecco che arriviamo al CP7…ci siamo fermati e grazie ad un bimbo abbiamo trovato un meccanico che ci ha riparato alcune camere d’aria ed oliato le parti più secche delle nostre fedeli mountain bike...rifocillati con riso, pollo ed una frittata e poi via altri 65 km fino al successivo CP.
La sfida per ognuno è ancora viva. La giornata passa molto velocemente e decidiamo di non fare la sosta notturna per riposare ma di provare a pedalare fino al traguardo. Passiamo due CP fermandoci giusto il tempo per mangiare qualcosa e prendere dell’acqua, ma stiamo molti attenti nella lettura del road book, un errore ci potrebbe costare molte ore e i due ragazzi belgi non sono molto lontani. Arriviamo al traguardo alle 4 e 20 del mattino dopo 72 ore di gara 4’ alle spalle dei due svizzeri Reto Koller e Sami Burkart e all'italiano Daniele Modolo,sui nostri volti la fatica di quasi 80ore di pedalata senza sosta, in condizioni veramente estreme, ma si legge la soddisfazione ed il sorriso sempre presente…abbiamo concluso una grande avventura assaporandone tutti gli aspetti…
L'avventura Naturaid sognata, pensata e studiata è finalmente conclusa. Il Naturaid 2008 si è chiuso per la cronaca e le classifiche ma per i 26 partecipanti, me compreso, non è di certo terminato alle ore 20 di venerdì 17 ottobre, continua a bruciare dentro come un virus che ti colpisce nell'anima!