Le 6 salite della granfondo Alta Langa
Di ALBERTO ,
Bossolasco e le sue Langhe, domenica 18 luglio, saranno l’affascinante teatro dell’edizione 2010 della granfondo d ciclismo Alta Langa. Sono sei le salite, dure, storiche e suggestive, che i ciclisti dovranno affrontare.
La prima salita è la JACQUES ANQUETIL(dislivello 318 m con pendenza del 5%) da Bonvicino a Murazzano, un percorso che mostra alcuni fra gli scorci più caratteristici dell'alta Langa, una strada circondata dai prati dove è normale incontrare greggi di pecore , sono loro a produrre il latte per il celebre formaggio Murazzano.
Raggiunto Murazzano, percorrendo la strada che porta a Montezemolo, i concorrenti scaleranno la salita FAUSTO COPPI (dislivello 261m pendenza 7,2%) da Valle Belbo a Monbarcaro, una salita breve ma nervosa che raggiunge il paese più alto delle Langhe, quindi scendendo da Monbarcaro fino a Bosia si arriva della terza salita la MARCO PANTANI (dislivello 361m pendenza 5,1%) ,una salita che si insinua tra i noccioleti sino a raggiungere LequioBerria: siamo nel cuore della produzione della tonda gentile.
Da Lequio si ritorna in valle Belbo, a Campetto inizia la quarta salita CHARLY GAUL (dislivello 343 m con pendenza del 4,5%) che raggiunge la frazione Boscasso di Trezzo Tinella. Siamo nelle strade delle vigne del moscato DOGC e dei ricordi fenogliani, infatti si transita vicino alla cascina del Pavaglione, più volte citata nei romanzi di Beppe Fenoglio. Prima di arrivare a Sinio i corridori svolteranno a sinistra ed imboccheranno la quinta salita
GINO BARTALI (dislivello 326 m con pendenza media del 10,1%) , la più dura di tutto il circuito che termina alla chiesa parrochiale di Albaretto Torre. Una volta tornati a Serravalle Langhe e scesi a Cissone affronteranno l'ultima salita LOUSON BOBET'(dislivello 310 m con pendenza del 5,2%) per giungere all'arrivo nel comune di Bossolasco.
Vediamo ora nel dettaglio le caratteristiche delle sei salite appena introdotte.
La Jacques Anquetil presenta una lunghezza di 6.342 km e giunge fino ai 698 m sopra il livello del mare.
Si esce dal concentrico di Bonvicino seguendo la strada in discesa che porta verso Dogliani. Imboccare la prima strada a sinistra con indicazione per Lovera-Murazzano: subito dopo il suggestivo ponticello sul torrente Rea inizia la salita "Jacques Anquetil".
L'ascesa regala subito una serie di cinque ripidi tornanti che scalano un versante coperto di boschi. La strada si spiana nel raggiungere la frazione Lovera, da dove si apre uno splendido panorama sulla parte più occidentale della Pianura Padana, sullo sfondo l'anfiteatro delle Alpi piemontesi. Il tracciato torna a salire fino ai confini del paese di Murazzano, uno dei più grandi del territorio, con un centro storico che si sviluppa intorno alla splendida torre, ottimi ristoranti e panetterie, ideali anche per uno spuntino a misura di ciclista.
La salita si conclude a 6,3 chilometri dal centro abitato, presso l'antico mulino. e' un percorso che mostra alcuni fra gli scorci più caratteristici dell'Alta Langa. Non stupitevi, dunque, se la vostra ascesa sarà accompagnata dall'andatura dinoccolata di un gregge di pecore: sono loro a produrre il latte per il celebre formaggio "Murazzano", uno dei gioielli del territorio.
La seconda fatica è la Fausto Coppi. 3,63 i km di lunghezza e punta nel comune di Mombarcaro, a 891 m sul mare. Percorrendo la strada che porta a Montezemolo, svoltare a sinistra sulla strada che porta a Monesiglio-Mombarcaro, attraverso una breve discesa si raggiunge la valle Belbo, qui si incrocia una strada che segue il torrente. Svoltando a destra, il rifugio "Fuori Traccia" e' una buona soluzione per mangiare e pernottare - anche con la bicicletta.
Svoltando a sinistra, costeggiando il torrente Belbo e gli appezzamenti coltivati a patata, si raggiunge la partenza della salita "Fausto Coppi", presso il "pilone del reduce". Salita breve e nervosa, già "mitica" da queste parti: raggiungerete il paese piu' alto delle Langhe, fino a godere di panorami inimmaginabili. Attraversata la frazione Valle, dopo 1,8 chilometri si raggiunge la strada principale: svoltando a sinistra presso la chiesa di San Luigi la strada si spiana per aprirsi su uno straordinario paesaggio a cavallo delle valli Belbo e Bormida.
Attraverso lo splendido arco si accede al concentrico di Mombarcaro: la salita si conclude nella piazza centrale, da dove e' impossibile non farsi incantare dal panorama che, nelle giornate particolarmente limpide, brilla addirittura del luccichio del Mar Ligure - l'etimologia di Mombarcaro deriva infatti dal latino mons (monte) e barcari (barbarizzato, da barche): il monte dal quale si vedevano i velieri o le grosse barche.
Poi la Marco Pantani, lunga 7 km e che va fino ai 700 m sul livello del mare.
Da Lequio si seguono le indicazioni per Borgomale, percorrendo un tratto in discesa fino alle sponde del torrente Berria. Da qui inizia una breve salita, dolce all'inizio, che s'infila tra rocche calcariche e vigneti dello spumante "Alta Langa". Raggiunto il paese di Borgomale - sovrastato dallo splendido castello e sede di un'ottima vineria realizzata nei "crutin" (cantine) del Municipio - si svolta a destra in direzione Cortemilia. Attraversato il ponte sul Belbo si svolta a sinistra in direzione Stefano Belbo-Canelli.
Dopo poche centinaia di metri ancora a sinistra lungo via Trezzo Tinella, da dove parte la salita "Charly Gaul". Immersa nei vigneti del Moscato DOCG, la strada s'inerpica piuttosto nervosa, particolarmente dura fino all'incrocio verso San Bovo: da qui la strada si spiana e costeggia la cascina Pavaglione, sede del "Centro studi fenogliani". La salita termina all'incrocio con la strada che porta a Mango-Neive, in località Boscasso, nel comune di Trezzo Tinella.
Si arriva poi alla salita Charly Gaul, lunga 7,6 km che porta fino ai 369 m sopra il livello del mare.
Scendendo da Mombarcaro, la "vetta" delle Langhe, si superano i paesi di Niella Belbo, Feisoglio, Cravanzana fino a Bosia: in prossimita' dell'indicazione per la frazione Garilli-Follo si svolta a sinistra. Oltrepassato il ponte sul Belbo si raggiunge un incrocio: sulla sinistra inizia la salita "Marco Pantani".
L'inizio e' quasi epico: il rapido susseguirsi di otto tornanti porta in breve tempo a un'altitudine considerevole. Il tempo per scorgere una cascina coperta con le rare "ciapele", le pietre piatte tipiche degli ambienti montani, e poi si sale ancora. Il percorso s'insinua tra boschi di noccioleti: siamo nel cuore della produzione della "tonda gentile delle Langhe", la celebre nocciola dotata delle migliori caratteristiche organolettiche per l'industria dolciaria.
La parte più impegnativa della salita si conclude dopo 4,67 chilometri, nei pressi della chiesetta di San Michele: nella piacevole area di sosta c'e' una fontana che, siamo sicuri, tornerà molto utile agli scalatori. Proseguendo sul falso piano in salita si giunge al paese di Lequio Berria: qui suggeriamo una breve visita alla Collezione del Pastello Soffice, ospitata nelle sale del Palazzo comunale.
La penultima salita è la Gino Bartali, lunga 3,7 km fino ai 676 m sul livello marino.
Da Benevello si segue la strada per "Tre Cunei": raggiunto il bivio che conduce alla frazione si svolta a destra verso Alba. Al primo tornante si svolta a sinistra, a centro curva: la discesa attraversa la frazione Borine e proseguendo lungo la stretta strada si raggiunge il fondovalle.
Prima del paese di Sinio si svolta a sinistra imboccando uno stretto tornante: qui inizia la salita "Gino Bartali", l'ascesa con l'inizio piu' duro di tutte le Salite dei Campioni. Il percorso e' caratterizzato da lunghi rettilinei e tornanti, costellato dalle caratteristiche cappelle votive che sorgono ai lati della strada. Dopo poche curve s'incontrano quelle dedicate a Sant'Eufemia e San Antonino. E' la salita dei vigneti del Dolcetto, ma non tragga in inganno il suo nome: le asperità non mancano, l'ascesa e' dura e impegnativa, tutt'altro che dolce.
Da Benevello si segue la strada per "Tre Cunei": raggiunto il bivio che conduce alla frazione si svolta a destra verso Alba. Al primo tornante si svolta a sinistra, a centro curva: la discesa attraversa la frazione Borine e proseguendo lungo la stretta strada si raggiunge il fondovalle.
Prima del paese di Sinio si svolta a sinistra imboccando uno stretto tornante: qui inizia la salita "Gino Bartali", l'ascesa con l'inizio piu' duro di tutte le Salite dei Campioni. Il percorso e' caratterizzato da lunghi rettilinei e tornanti, costellato dalle caratteristiche cappelle votive che sorgono ai lati della strada. Dopo poche curve s'incontrano quelle dedicate a Sant'Eufemia e San Antonino. E' la salita dei vigneti del Dolcetto, ma non tragga in inganno il suo nome: le asperità non mancano, l'ascesa e' dura e impegnativa, tutt'altro che dolce.
Man mano che si sale di quota i vigneti lasciano spazio ai noccioleti e la salita si fa meno aspra, fino a terminare nel concentrico di Albaretto Torre. All'ombra della torre, accanto alla sede del Municipio, ad attendervi una fontana per il meritato ristoro.
Infine la Louison Bobet, lunga quasi 6 km fino a 418 m di altitudine.
Da Serravalle ci si muove verso Dogliani, imboccando una strada sulla destra che, in discesa, oltrepassa il paese di Cissone e sbocca nel fondovalle. Si svolta a sinistra verso localita' Masserie e, oltrepassato un ponte, ecco l'inizio della salita Louison Bobet, proprio all'ombra di una quercia.
All'inizio del percorso una fontana, ai piedi di una chiesa, e' l'occasione per un rifornimento prima dell'ascesa. L'inizio della salita e' impegnativo, con un susseguirsi di tornanti e rettilinei che solcano un suggestivo passaggio. Fino al bivio per "Case nuove" il tracciato e' decisamente duro: da qui però, svoltando a sinistra, la strada si spiana seguendo la dorsale della collina.
Il percorso e' piacevole, la strada segue una dolce salita che consente di spingere lunghi rapporti. Sempre con una bella vista sulla valle, e' la salita dei castagneti e del miele nella prima parte, dei prati e dei campi nella seconda. La strada prosegue verso località Finazzi: un impegnativo strappo finale, fino all'incrocio con la provinciale Alba-Bossolasco, conclude la salita.
Marco Ceste