In archivio con soddisfazione il Naturaid 2008

Di DAVE ,

logo naturaid 4
logo naturaid 4

L’avventura Naturaid, sognata, pensata, preparata è stata realizzata. A chiudere questo evento è stato il numero 507 Massimo Loda di Brescia, arrivato al villaggio di Agdz sotto lo striscione del 5°Naturaid Marocco 2008 alle ore 19:25 dopo 87ore e 20 minuti di gara. Tutto il gruppo di atleti l’ha aspettato e premiato con un grande applauso.

Veramente bravo dimostrando grande determinazione per quest’atleta che dal cp6 situato in zona desertica ha pedalato in solitaria fino al traguardo dopo che Tiziano Valduga alla sua prima edizione è stato costretto al ritiro per problemi fisici, ma in ogni caso si ritiene molto soddisfatto per questa nuova esperienza.

Massimo è rimasto solo ma non si è perso d’animo e per 2 giorni e una notte ha affrontato 300 km di piste disastrate e impegnative con tutte le sue forze. Ha dichiarato poi che il procedere in solitaria è stato un’esperienza assolutamente importante perché ha conosciuto i lati più nascosti della sua psiche.

Anche quest’anno la gara ha dimostrato la sua forza e la grande energia che dà agli atleti che si immergono per alcuni giorni in una sfera assolutamente nuova e lontana dal quotidiano. Si vive lontano dal tempo. Per un periodo dell’esistenza si vive senza riferimenti e certezze, la riflessione è solamente sulla propria personalità il pensiero e la mente elaborano ed esplorano solamente la propria interiorità esaltando le vibrazioni più profonde di cui l’uomo purtroppo negli ultimi decenni sta perdendo e non ne riconosce l’esistenza e le radici.

Le situazioni che si vivono in queste 88 ore di gara-avventura-viaggio sono svariate e diversissime, ognuno è in un’altra dimensione e gioca con le sue esperienze, difficile barare con se stessi; il Naturaid è un confronto diretto, nessun altro al di fuori di te potrà dare il premio che meriti, se non si è leali con se stessi il cartellino rosso sarà sempre ben visibile nei propri sogni e sarà una spina per sempre.

Racconti di fatiche di gioie, anche d’insulti al direttore di gara per aver portato all’esasperazione il gesto atletico fino oltre la fatica fino a conoscere la sofferenza combattuta dal samurai interiore che qualcuno ha conosciuto a sua insaputa.

Ma il Naturaid è anche conoscere gli avversari e instaurare legami sacri. È un piacere arrivare stanchi quasi senza energie ai cp, buttarsi sui tappeti e mangiare un tajine o una frittata tra i locali berberi.

Anche quest’anno nonostante un nuovo percorso a sud dell’Alto Atlante le piogge hanno provocato numerose frane e smottamenti, qualche villaggio ha subito notevoli danni e causato diverse decine di morti tra queste popolazioni che già faticano molto nel loro quotidiano. Hanno reso il tracciato molto impegnativo causando molti disagi di orientamento agli atleti e di difficoltà nel mantenere il più possibile la sicurezza sul percorso obbligando l’organizzazione a 2 stop obbligati fermando gli atleti una volta al cp 2 e un’altra volta al cp5 per un totale di 15 ore.

Mentre i protagonisti principali all’inizio si davano battaglia dopo il cp5 le cose cominciavano a delinearsi. Daniele Modolo e Sebastiano Favaro in testa alla gara venivano raggiunti dalla copia collaudata degli svizzeri Reto Koller e Sami Burkar. 2 grandi atleti molto esperti e veri strateghi che da quel momento hanno saputo aumentare il vantaggio non sbagliando mai strada, concedendosi poche soste ai cp e arrivando al traguardo per primi.

3° vittoria consecutiva per Reto e 2° per Sami. La pista che porta al cp 6 è disastrata e la pioggia del giorno precedente ha stravolto il paesaggio cancellando i segnali sulle rocce. Il gruppo del Tour de Pance con grande slancio recupera posizioni e raggiungono Daniele e Sebastiano proprio in prossimità del cp 6 ma fuori pista, perdono diverso tempo prima trovarlo e di mettere la loro firma al controllo, Daniele salta questo cp e per questo gli verranno aggiunte 3 ore di penalità che però non gli impediranno di arrivare al traguardo dopo gli svizzeri mantenendo la 3° posizione.

Nel frattempo perde contatto Sebastiano Favaro che tra guasti meccanici e stanchezza fisica fa lunghe soste e si addormenta sulla pista, ma riesce a recuperare una posizione su Fabrizio Chiarani che accusa stanchezza nella notte tra il 16 e il 17 Ottobre dorme al cp8 e si stacca dal gruppo del Tour de Pance.

Però caparbiamente raggiunge il traguardo assaporando per la prima volta il gusto del silenzio nella solitudine. Il gruppo dei suoi compagni formato da Marco Costa, Mirko Marchi e Silvio Duchi arriva al traguardo alle 04 e 25 di mattina dopo 72 ore 20 min di gara a 10 ore e 35 minuti dai primi.

Gli altri dietro distanziati di oltre un giorno, lottano ancora di giorno sotto un sole che scotta la pelle e di notte al fresco sotto una gigantesca luna piena che esalta i profili delle creste delle montagne e delle palme della Draa Valley.

A piccoli gruppi pedalano sulle piste sassose, tra le colate di ghiaia e le erosioni provocate dall’acqua, continuano sfidando le proprie fatiche cercando di raggiungere il traguardo e realizzare il proprio sogno. Il sogno si è materializzato anche per le 2 ragazze, le regine delle 24 ore italiane, Ausilia Vistarini e Ilaria Balzarotti che hanno sempre avanzato in copia e si sono sostenute a vicenda, le abbiamo viste sul percorso sempre con il sorriso sulle labbra e spesso dando incitamento anche agli altri che si sono avvicinati per la prima volta a questa gara estrema.

Non è una sconfitta per i giovani Tiziano Valduga, ritirato a circa metà gara dopo aver combattuto contro i crampi ed esaurito tutte le proprie energie. E il promettente Filippo Salvioni che ha ceduto solamente negli ultimi 70 km di gara. E’ stato il primo incontro con l’estremo, 24 anni, bravi, giovani e già così coraggiosi. Per loro una ferita, ma capiranno che questo dolore è assolutamente un arricchimento che darà forza per il futuro.

Danilo Miraval è arrivato nel pomeriggio dell’ultimo giorno di gara, il suo viso era molto sereno e felice per questa esperienza, già pensava ad una prossima vacanza in bici con il gruppo di amici a casa. Per lui una grande soddisfazione: il miglior tempo dal cp8 al traguardo.

Il quinto Naturaid è sfortunato, così come nella prima edizione, per il forte atleta Mauro Miorelli unico biker presente a tutte le 5 edizioni, che ha dovuto abbandonare la pista a causa della rottura del cambio dopo soli 130 km di gara. Il Naturaid non era terminato alle 20:00 sotto lo striscione ma dopo la veloce doccia di Massimo Loda tutti hanno festeggiato nel pittoresco salone del Riad Palmeri du Sabbles già sognando la prossima edizione.

Il Naturaid è un virus che colpisce nell’anima più profonda: è la Madre Natura.

Il Direttore di Gara, Maurizio Doro

Può interessarti