Il Tour de France in Valle d'Aosta
Di GIANCARLO COSTA ,
Non è solo una corsa in bicicletta, è uno show. Il Tour de France regala alla gente che lo segue ai lati delle strade un caleidoscopio di emozioni davvero unico. E poi la gente, forse è questo il vero spettacolo, proviene da tutto il mondo, segue il Tour, chi per una settimana, chi per un mese, chi in camper e chi in bicicletta.
Nell'attesa del passaggio dei corridori, ci siamo ritrovati davanti a un camper, a seguire la gara in TV in tedesco, scambiando i commenti sulla corsa con ragazze australiane di Sidney in vacanza per seguire il Tour e Cadel Evans.
Una babele di lingue, di bandiere di colori, di costumi, che insieme ai mezzi della carovana pubblicitaria, fanno sembrare una tappa del Tour un piccolo carnevale di Viareggio. E che tappa! Partenza in Svizzera, a Martigny, salita al Colle del Gran San Bernardo (quota 2473 metri), poi si passa per la Valle d'Aosta, discesa su Aosta, risalita della valle fino a Pre Saint Didier e da qui, con il Monte Bianco come sfondo da cartolina, salita fino al Colle del Piccolo San Bernardo (quota 2188 metri), per finire con una discesa da brividi fino a Bourg Saint Maurice in Francia.
Tappa che tocca 3 stati, sfiora il Papa che benedice il Tour da Introd (che è a 3 km dal passaggio del Tour), passa in Val d'Aosta dopo 40 anni, e per Arvier, il paese dove nacque Maurice Garin, il primo vincitore del Tour, valdostano che lo sciovismo francese ha arruolato per i propri colori.
Salita tra due ali di folla, emozionante, come emozionante è vedere il passaggio dei corridori, da Franco Pellizzotti primo al Piccolo San Bernardo, con la sua maglia a Pois, il mito per ogni ciclista scalatore, Contador, la freccia gialla di questo Tour, guardare per un attimo negli occhi spalancati dalla fatica Lance Armstrong, che ha scritto la storia moderna della Grand Boucle. Aspettare il gruppetto con lo svizzero Cancellara, e poi l'ultimo, solo e staccato, solitario, con tanti tornanti ancora da salire per evitare di finire fuori tempo massimo
Ma tutti i corridori sono salutati come eroi; gli sportivi sono gli eroi dei tempi moderni, i ciclisti lo sono ancor di più. Uno sport che riesce ad andare avanti superando tutti i suoi problemi, i suoi scandali doping, le sue tragedie, che nonostante tutto porta avanti la leggenda della sofferenza in bicicletta, che le tute fascianti e colorate, le ruote ad alta profilo, non riescono a far dimenticare.
Oggi un fiume di parole, nel prossimo articolo tante immagini per rivivere la giornata italiana del Tour de France.