Filippo Ganna di bronzo nella cronometro mondiale vinta dall’australiano Rohan Dennis
Di GIANCARLO COSTA ,
E’ carico di significati il podio della cronometro Elite ai Mondiali di ciclismo su strada nello Yorkshire del Nord. Accanto al campione del presente, Rohan Dennis, che si conferma il migliore interprete della specialità, salgono due giovanissimi talenti, che rappresentano il futuro del ciclismo. L’argento va al giovanissimo fenomeno belga Remco Evenepoel, mentre il bronzo va al collo di Filippo Ganna che, a dispetto dei suoi 23 anni, ha già collezionato tre titoli mondiali nell’inseguimento individuale. Oggi ritaglia un altro pezzo di storia del ciclismo italiano, terzo italiano di sempre a vincere una medaglia ai Mondiali da quando è stata inserita questa prova, dopo Andrea Chiurato, argento nel 1994, e Adriano Malori, anch’egli argento, nel 2015 a Richmond.
Se qualcuno avesse ancora dubbi riguardo l’attività su pista, il mondiale di quest’anno, per quanto riguarda la cronometro, li ha completamente fugati. Nella gara di ieri si è imposta la giovanissima americana Dygert, oggi sul terzo gradino sale un'altra stella dell’inseguimento individuale; a dispetto di un percorso ricco di insidie e salite, non proprio adatto agli specialisti delle prove contro il tempo.
E pensare che Ganna alla partenza aveva qualche dubbio riguardo la lunghezza. “Non ho mai corso una crono così lunga. L’ho preparata bene con il mio team e poi nei giorni immediatamente precedenti. Quando abbiamo fatto la ricognizione del percorso, io e Affini, abbiamo cercato di memorizzare i passaggi più difficili, ma nulla sapevo riguardo la tenuta…”. Nell’indecisione Filippo parte forte e fa segnare il miglior tempo a primo rilevamento. Alla fine risulterà settimo. “In gara ho deciso di non pensare alla lunghezza, mi sono concentrato sugli intertempi. Ho visto che ero in vantaggio… ho continuato così”.
Meglio di lui, ed appare subito evidente che sarebbe stato difficile batterli, Evenepoel e Dennis. Nel secondo rilevamento, a 37 chilometri, escono di scena favoriti come Campenaerts, caduto, e Martin, ma compare un nuovo pericolo, il portoghese Oliveira. Sul traguardo Ganna è primo, in attesa di Evenepoel, che non delude è sopravanza l’azzurro di 45”. Dennis ha un altro passo. Continua ad aumentare il vantaggio in tutti i passaggi. E mentre Olivera perde terreno nella parte finale, si materializza il fantasma dell’australiano Patrick Bevin, che non toglie la medaglia all’azzurro per soli 2”. L’Italia aveva ottenuto 2 quarti posti per 2 secondi dal bronzo, oggi la fortuna ha girato a nostro favore.
"Una bella soddifazione - ha commentato Davide Cassani prima di imbarcarsi per Harrogate da Verona con il gruppo strada - per un ragazzo di 23 anni che sta crescendo anno dopo anno. Dopo i risultati su pista adesso sta raccogliendo anche quelli su strada. Vorrei ricordare che quest'anno ha vinto il campionato italiano e altre prove contro il tempo, anche se non lunghe come questa dei mondiali. Voglio ringraziare il lavoro dello staff, Marco Velo e Marco Villa su tutti, che hanno permesso a due ragazzi come Ganna e Affini di crescere e diventare un patrimonio del nostro sport. Erano insieme ai Mondiali di Firenze, adesso li ritroviamo grandi protagonisti ai massimi livelli."
"Sinceramente non ci attendavamo questa prestazione - ha commentato Marco Velo, che ha guidato il piemontese dall'ammiraglia - perché Filippo non aveva mai fatto distanze così lunghe e con queste caratteristiche (soprattutto la parte centrale). Ganna ha gestito molto bene la parte mista, fidandosi delle info che gli arrivavano dall'ammiraglia. Questo gli ha permesso di arrivare nell'ultima parte di gara con le forze necessarie per dare tutto e salire sul podio."
Se Filippo Ganna e Edoardo Affini (oggi 16° a 3’37”21 da Dennis), rappresentano il futuro del ciclismo italiano (almeno per quanto riguarda le prove contro il tempo), Remco Evenepoel lo è per il ciclismo non solo del suo paese. Il 19enne belga ha stupito ancora tutti, andando a cogliere la medaglia più giovane in assoluto nella crono élite. Ma la star della giornata è ancora una volta Rohan Dennis, che quest’anno non ha mancato di infiammare le cronache sportive con il suo improvviso ritiro al Tour. Il segno, sul traguardo, dopo una prova “monstre” (al punto di recuperare il distacco addirittura a Primoz Roglic, partito tre minuti prima), è stato eloquente: ha indicato più volte la testa, facendo capire che certe imprese sono soprattutto frutto della motivazione. La lezione è stata dura, 1’08” a Evenepoel e 1’55” a Ganna e lascia intendere che il momento dei giovani non è ancora arrivato. Ma il tempo lavora a favore di questi giovani e chissà che già le Olimpiadi di Tokio del prossimo anno non segnino già il passaggio delle consegne.