Fabio Aru Campione d’Italia a Ivrea su Ulissi e Nocentini, Elisa Longo Borghini tricolore donne
Di GIANCARLO COSTA ,
Si prospettava come una gara spettacolare il Gran Piemonte 2017, prova in linea da Asti ad Ivrea di 236 km, che assegnava la maglia di Campione Italiano di ciclismo su strada, e così è stato. Tutti i migliori ciclisti professionisti italiani al via, anche per onorare le possibili convocazioni del CT Cassani per Mondiali ed Europei. Un percorso duro e selettivo, quando lasciata la provincia di Asti e arrivati a Castellamonte, iniziava la prima salita di giornata, quella di Castelnuovo Nigra, per poi girare mezzo canavese ed arrivare a Ivrea, Qui iniziava il piatto forte della gara, un circuito di 21 km con 380 metri di dislivello, da ripetere 4 volte, con 7 km di salita, con punte al 15%, 7 di discesa e 7 di pianurra per tornare da Borgofranco al traguardo di Ivrea in piazza del Mercato.
Con queste premesse sono arrivati al giro finale i migliori, dopo che una fuga di 3 corridori è stata lungamente in testa con un vantaggio oltre i 6 minuti, minuti che si sono liquefatti a contatto con l’asfalto bollente della salita che dal lago Sirio portava alla galleria della Serra, punto cruciale della gara. A Battaglin, ultimo sopravvissuto della fuga, comunque l’onore di aver fatto ben 177 km di fuga. Al penultimo giro ci prova Fabio Felline, il corridore piemontese della Trek-Segafredo, con ruota Brambilla, provava ad andare via, ma il gruppetto, ridotto a 30 unità e poi a 16, non concede più di 18 secondi vantaggio e prima di ritornare a Ivrea il ricongiungimento è fatto.
I tre giri fin qui percorsi sono serviti a Fabio Aru per studiare gli avversari, il percorso lo conosceva bene per averlo provato, visto che è in ritiro a Sestriere per il Tour de France. Appena passato il lago Sirio chiede al compagno di squadra Astana dario Cataldo di tirare a tutta e dopo un paio di chilometri scatta, scatto a cui riescono a rispondere in progressione solo Ulissi e Moscon. Qualche centinaio di metri e il “Cavaliere dei 4 Mori” riparte ancora più deiso della prima volta, guadagna secondi a ogni pedalata fino allo scollinare all’altezza della galleria della Serra con 31 secondi. In discesa il distacco sugli immediati inseguitori, ai quali si sono aggiunti Caruso, Nocentini e Brambilla, visto che Nibali ha ceduto al secondo attacco. Arrivati a Borgofranco rimangono ancora 7 km con 31 secondi di vantaggio per Aru. Si pensava ad una caccia alla lepre con i quattro inseguitori a fare una cronometro per riprendere il sardo dell’Astana, invece Fabio Aru, forte di una condizione da Tour, aumenta il vantaggio a 40 secondi e si presenta a braccia alzate sul traguardo di Ivrea.
Scrive la parola fine su una stagione fino ad oggi maledetta: l’infortunio al ginocchio che l’ha costretto a saltare l’appuntamento che aspettava da un anno, il Giro d’Italia che partiva dalla sua Sardegna. Poi due mesi fà la tragedia di Michele Scarponi: oggi per sua ammissione ha corso con la maglia di Scarponi, uno stimolo in più per il corridore sardo che s’identifica con la sua terra e che vince un titolo italiano con un’enfasi che ricorda lo scudetto del Cagliari di Gigi Riva.
Fabio Aru diventa Campione Italiano in 5h52’31”, alla media di 40,168 km/h; 2° Diego Ulissi a 40'', 3° Rinaldo Nocentini, 4° Damiano Caruso, 5° Gianni Moscon, 6° Marco Canola a 48'', 7° Fabio Felline, 8° Sonny Colbrelli, 9° Matteo Trentin e 10° Davide Rebellin a 50'', che a 46 anni è ancora nella top ten dei corridori italiani.
Le dichiarazioni di Fabio Aru
"Ho corso con la maglia di Michele Scarponi. Me l'aveva data a Sierra Nevada. Adesso la restituirò alla famiglia. Questi mesi non sono stati facili per me, ma sto rivedendo la luce. Sono davvero felice e anche molto emozionato perché ho vissuto dei momenti difficili quest'anno. Ringrazio la mia famiglia che mi è stata sempre vicino. La tattica era questa: dovevo attaccare subito ai piedi alla salita. È andato tutto come previsto. Inizialmente il Tour de France non entrava nei miei piani, però dopo l'infortunio abbiamo deciso di tornarci e sono felicissimo di andarci con la maglia tricolore e con la forma che ho adesso".
Donne Elite
Finalmente profeta in patria l’ossolana delle Fiamme Oro Elisa Longo Borghini si aggiudica il suo primo titolo italiano su strada in linea dopo i due titoli a cronometro, a fa doppietta con la cronometro. La gara di 111 km che partiva da Leini e arrivava a Ivrea dopo un solo giro sul circuito finale era impegnativa per le salite di Castelnuovo Nigra e la salita finale della Serra. Le fughe di giornata vengono riprese al passaggio di Ivrea. Da qui in poi inizia l’assolo di Elisa Longo Borghini, che si aggiudica gara e maglia di campionessa Italiana in 3h04’37” alla media dei 36 km/h. Medaglia d’argento per Giorgia Bronzini che vince la volata del gruppetto a 1’51”, con il bronzo al collo di Soraya Paladin, seguita da Rossella Ratto 4a e Sofia Beggin 5a.
Donne Juniores
La giornata di gare era iniziata con la prova in linea delle Junior donne, prova più corta di quella delle Elite perché non facevano la salita di Castelnuovo Nigra. Bissa il successo della cronometro la trentina Letizia Paternoster che percorre i 69 km del tracciato in 1h42′ alla media di 40,344 km/h. Medaglia d’argento per Martina Fidanza e medaglia di bronzo per Elena Pirrone.