Elia Viviani conquista il bronzo nell'Omnium olimpico
Di GIANCARLO COSTA ,
Il ciclismo su pista azzurro regala un'altra medaglia allo sport italiano alle Olimpiadi di Tokyo e lo fa con il portabandiera alla cerimonia di apertura, Elia Viviani, nell'Omnium. L'atleta veronese sale sul podio olimpico di questa disciplina a distanza di cinque anni. Non era scontato, dopo il trionfo di Rio, perché il tempo passa per tutti e soprattutto perché la disciplina ha subito una trasformazione sostanziale: da sei a quattro prove, con una prevalenza per l'endurance.
Elia nella corsa a punti finale estrae dal cilindro una prestazione sublime, che conferma il suo grande talento. Recupera oltre venti punti di distacco dal podio, lotta con determinazione e fino all'ultimo per un argento per poi mettersi al collo un bronzo per certi versi insperato dopo la prima delle quattro prove. Il titolo olimpico va al britannico Matthew Walls (153), sicuramente il migliore di oggi, in grado di terminare ai primi posti in tutte e quattro le prove che compongono l'Omnium. Alle sue spalle il neozelandese Campbell Stewart, che "soffia" l'argento all'azzurro nei giri finali e chiude con 129 punti, contro i 124 di Elia.
"Dopo lo scratch mi sono subito ripreso con l’eliminazione - ha dichiarato Elia Viviani ai microfoni RAI -. L’ho usata per reagire e per divertirmi. Sono salito sulla pista nell’ultima gara con la voglia di prendere una medaglia. So che era dura, ma alla fine sono dispiaciuto di aver perso l’argento all’ultimo giro. Le energie erano al lumicino, per tenere l’argento dovevo vincere l’ultimo sprint però avevo dato tutto prima. Guardando com’era partita la giornata abbiamo solo di che esultare, dopo un oro a Rio arriva questo bronzo che poteva essere argento... Se mi avessero detto prima delle Olimpiadi che avrei preso un bronzo avrei firmato subito. Partito male ma finito bene. Le motivazioni sono ancora più alte per sabato (ndr. la Madison con Simone Consonni)."
LA GARA - Lo scratch iniziale non regala emozioni al pubblico italiano. Elia resta coperto mentre vanno in fuga Walls, Thomas, van Schip, Zakharov e Larsen. Non brilla neanche nella volata finale e chiude al 13° posto.
La seconda prova va un po' meglio, ma sembre lontano dagli standard propri. Vince van Schip, davanti a Thomas e Walls. Elia fa parte della fuga che guadagna il giro ma non raccoglie punti. Chiude ottavo.
Nell'eliminazione arriva il colpo del grande campione. Viviani controlla la gara sin dai primi colpi di pedale. Evita di restare imbottigliato nel gruppo fino a quando questo non si sfoltisce. Poi controlla tranquillamente Walls e vince la prova. Il primo posto gli permette di risalire posizioni nella generale, fino al sesto: con 82 punti si presenta alla corsa a punti finale lontano 26 punti dalla vetta (il britannico Walls, con 114 pt) e 18 dal terzo, occupato del favorito Thomas.
La corsa a punti finale è il capolavoro di Viviani. Il britannico Walls mette subito un'ipoteca sull'oro guadagnando un giro. Elia entra in azione a metà gara. Va a caccia da solo, inseguito dal tedesco Kluge e dal bielorusso Karaliok. Ha l'intelligenza di attenderli. Insieme portano a casa i 20 punti del giro e, nel caso dell'azzurro, anche 10 per i due sprint vinti durante la caccia. Sale al secondo posto, a pari merito con il francese Thomas. Elia controlla il francese ed anche l'olandese van Schip; vince anche un altro sprint, ma nulla può contro l'attacco finale del neozelandese Stewart, che gli sfila l'argento per una manciata di punti.
Fonte Federciclismo