Campionato Europeo di Ciclismo: argento per Elisa Longo Borghini allo sprint con l’olandese Van Vleuten

Di GIANCARLO COSTA ,

Podio femminile Campionato Europeo di Ciclismo  (foto federciclismo)
Podio femminile Campionato Europeo di Ciclismo (foto federciclismo)

Uno, due, tre scatti, i due giri finali della gara femminile confermano l’alto tasso di spettacolarità di questi Campionati Europei di Ciclismo. E confermano anche, se mai ce ne fosse stato bisogno, che Elisa Longo Borghini è una grande campionessa. Soprattutto un’atleta di carattere. Oggi sul tracciato di Plouay ha risposto colpo su colpo alla campionessa del mondo e nuova campionessa europea Annemiek Van Vleuten. Uno scambio di scatti e controscatti che, per la prima volta, hanno visto l’olandese in difficoltà: boccheggiare, cercare l’aria per recuperare, interrompere di pedalare per rifiatare.
Sul traguardo in leggera salita, nella volata a due, ha vinto Annemiek, grazie ad un migliore spunto. Ma mai come questa volta Elisa era lì, attaccata alla sua ruota. Ed anche se la fatica annulla le differenze nello sprint, quella di oggi non è bastata, ma la medaglia d’argento della Longo Borghini, la prima di questa spedizione in Bretagna per la Nazionale, ha il sapore di una vittoria.

"Elisa stratosferica – ha detto Dino Salvoldi al termine -, oggi secondo me si meritava di vincere. Ci ha provato fino all'ultimo centimetro: lo sport talvolta regala emozioni contrastanti. In qualsiasi caso Elisa torna a casa con una sola certezza: oggi è stata la migliore".
Elisa Longo Borghini dedica il suo primo pensiero all’Italia: “Spero tanto, nel mio piccolo, di aver regalato delle emozioni al mio Paese con la Maglia Azzurra. Dopo tutto quello che è successo, abbiamo bisogno di emozionarci. Durante l’allenamento sui rulli in casa pensavo proprio a questo: regalare all’Italia, appena ne avrei avuta la possibilità, uno show. Sono contenta del mio argento anche se avrei voluto una maglia europea per l’Italia, ma sono consapevole di aver dato tutto. Fino all’ultimo. Prima di partire avevamo pensato di realizzare una corsa di rimessa ed ero io l’ultima carta. Poi l’Olanda ha fatto una corsa dura ed io sono stata costretta a rimanere davanti. Grazie alle mie compagne che tatticamente sono state impeccabili. Sul finale, sapendo di non essere una ruota veloce, ho attaccato e sono stata attaccata a mia volta. E’ andata così, ma ho dato davvero tutto”.

Ha vinto, com’era nelle previsioni, un’olandese e (com’era nelle previsioni) l’Olanda ha fatto la gara. Nei momenti cruciali il nemico n. 1 della formazione orange è stata messa fuorigioco: parliamo della nostra Marta Bastianelli, rimasta incastrata nelle retrovie a 50 km dalla conclusione, quando avanti sono uscite una trentina di atlete. Marta era lo spettro della Vos e compagne in un arrivo in volata. Lasciarla dietro ha significato tanto per l’Olanda, che si è ritrovata avanti con sette atlete: tutte le favorite. Per l’Italia, oltre alla Longo Borghini, c’erano Elena Cecchini (nona al traguardo), Marta Cavalli (18^) e Soraya Paladin (22^).
La tattica della formazione favorita è spesso di difficile interpretazione. Resta sempre il dubbio che le molte campionesse corrano per loro stesse e contro le compagne di squadra. Si succedono allunghi e scatti, a cui le azzurre rispondono puntalmente.
A due giri dal termine, si muove la van Vleuten. Risponde ancora Elisa che comprende, in quel momento, di dover collaborare all’attacco per non restare invischiata nella rete orange. Nasce la fuga decisiva con anche la polacca Niewidoma (poi terza al traguardo). Dietro le fuggitive lasciano fare, finché non evade la Blaak, che in breve si riporta sulle tre. Nell’ultimo giro l’azzurra forza sulla prima salita. Perdono le ruote Niewidoma e Blaak. Attacca a sua volta la campionessa del mondo, ma Elisa è pronta a rispondere.
Gli ultimi chilometri sono un duello “rusticano” tra le due campionesse. Le altre due, come aumenta il ritmo, si sfilano, per rientrare nei metri successivi.
Elisa è lucida anche nello sprint finale. Attende che parta la van Vleuten per prenderle la ruota. Prova a saltarla, nulla da fare, ma che gara!

Fonte Federciclismo

  • Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006. Collaboratore della rivista ALP dal 2007 al 2010. Collaboratore del sito www.snowboardplanet.it nel 2007. Facebook: Giancarlo Costa

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