Antidoping: il ciclista Danilo Di Luca squalificato a vita. Tre anni a Devis Licciardi dell'Atletica Leggera
Di GIANCARLO COSTA ,
La Seconda Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping ha inflitto la squalifica a vita a Danilo Di Luca, per violazione all’ex art. 2.1 e 2.2 del Codice WADA (art. 21.1 2.1.2 del Regolamento Antidoping UCI), ai sensi dell’art. 10.7 del Codice WADA (art. 306 del Regolamento UCI) con decorrenza dal 24/05/2013 disponendo l’annullamento di tutti i risultati agonistici da lui conseguiti successivamente al prelievo biologico del 29/04/2013.
Il TNA ha condannato Di Luca al pagamento della sanzione pecuniaria prevista dall’art. 326 del Regolamento UCI, quantificata in EUR 35.000,00 e al pagamento delle spese del presente procedimento, quantificate in EUR 850,00; oltre che al pagamento dei costi di gestione del risultato e della documentazione analitica pari a CHF 3.150,00 ai sensi dell’art. 275 del Regolamento UCI.
Si chiude così la carriera controversa di un ciclista che è stato protagonista negli ultimi dieci anni, vincendo un Giro d'Italia e diverse classiche, subendo due squalifiche di cui una già per due anni sempre a causa del doping via EPO. Recidivo, è stata applicata la pena più severa, la squalifica a vita.
A quando questa pena al primo controllo positivo al doping via EPO? Forse sarebbe un deterrente per non sbagliare più.
Sarebbe da ridere invece la causa della squalifica all'atleta Devis Licciardi, quello del pene finto al controllo antidoping dei Campionati Italiani dei diecimila su strada di Molfetta, non fosse per la figuraccia planetaria che ha fatto lui e di conseguenza l'atletica italiana, visto che la notizia era stata ripresa persino in Nuova Zelanda. Questo il dispositivo del CONI.
La Prima Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping ha squalificato l’atleta Devis Licciardi (tesserato FIDAL) per anni 3 (artt. 2.5 e 4.6 delle NSA e 2.5 10.6 del Codice WADA) a decorrere dal 26/09/2013 con scadenza al 25/09/2016 disponendo inoltre l’invalidazione dei risultati eventualmente conseguiti a decorrere dal 21/09/2013. Il TNA ha condannato l’atleta al pagamento delle spese del procedimento quantificate forfettariamente in Euro 325,00.